Oggi, 15 aprile 2025, i giornalisti italiani hanno indetto uno sciopero per protestare contro la mancanza di progressi nei loro contratti di lavoro, scaduti da dieci anni. Questo evento, sostenuto dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, evidenzia l’urgenza di una riforma nel settore dell’informazione, considerato un pilastro essenziale per la democrazia del Paese. I professionisti del settore denunciano una situazione di stallo, con editori che non hanno investito adeguatamente nonostante le ingenti sovvenzioni pubbliche ricevute.
Le problematiche del settore giornalistico
Nel corso dell’ultimo decennio, il panorama del giornalismo italiano ha subito significativi cambiamenti, con una drastica riduzione degli organici nelle redazioni e un abbassamento delle retribuzioni. Questi fenomeni sono stati aggravati da stati di crisi, licenziamenti e prepensionamenti, portando a una diminuzione del numero di giornalisti dipendenti e a un aumento dello sfruttamento di collaboratori e lavoratori precari. Questi ultimi, spesso pagati con compensi irrisori per articolo, si trovano privi di diritti e di prospettive future.
L’inflazione ha ulteriormente eroso il potere d’acquisto dei giornalisti, con un calo stimato del 20% secondo l’Istat. Le richieste attuali includono un adeguamento salariale che rispecchi gli aumenti previsti in altri contratti collettivi. Tuttavia, le proposte avanzate dagli editori sono state considerate inadeguate, con richieste di ulteriori tagli ai salari dei neo assunti, creando un divario generazionale sempre più marcato all’interno delle redazioni.
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana sottolinea che non si tratta di una battaglia corporativa, ma di una necessità fondamentale per garantire un’informazione libera e pluralista, essenziale per il controllo democratico. È richiesta l’implementazione di un nuovo contratto che tuteli i diritti dei lavoratori e si adatti alle nuove professioni digitali, regolando l’uso dell’Intelligenza Artificiale e garantendo un compenso equo per i contenuti diffusi online.
La posizione della Fieg
In risposta alle rivendicazioni, la Federazione Italiana Editori Giornali (Fieg) ha contestato le affermazioni del sindacato, sostenendo di aver effettuato ingenti investimenti per tutelare la qualità dell’informazione e l’occupazione nel settore. Nonostante le difficoltà economiche e la concorrenza di giganti come Google e Meta, gli editori affermano di aver evitato licenziamenti grazie a misure di settore concordate con i sindacati.
La Fieg riconosce la necessità di un nuovo contratto, ma evidenzia che le trattative non hanno affrontato la modernizzazione di un contratto considerato obsoleto. Le aziende richiedono regole più flessibili per facilitare l’assunzione di giovani talenti, ma il sindacato ha concentrato le sue richieste su questioni economiche legate alla presunta perdita salariale degli ultimi dieci anni.
Nonostante i miglioramenti economici offerti dagli editori, la mancanza di innovazione contrattuale rimane un punto critico. Le aziende si sono impegnate a rispettare i compensi previsti dall’accordo del 2014, ma lamentano una mancanza di disponibilità al dialogo da parte del sindacato.
Per quanto riguarda l’Intelligenza Artificiale, la Fieg sostiene che un approccio etico e normativo è fondamentale, piuttosto che l’introduzione di restrizioni che potrebbero risultare superate in breve tempo. Gli editori si dichiarano pronti a investire nel futuro dell’informazione, auspicando un confronto più costruttivo e privo di pregiudizi.
