Epatite A in aumento: modalità di trasmissione, sintomi e alimenti a rischio

Franco Fogli

Novembre 28, 2025

Il bollettino della sorveglianza Seieva, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss), ha riportato un incremento significativo dei casi di epatite A in Italia, con un trend che si allinea a quello europeo. Questo aumento è stato osservato nel primo semestre del 2025, evidenziando un legame sia con la trasmissione sessuale che con il consumo di alimenti contaminati, come frutti di mare e frutti di bosco. Nel report emerge anche un incremento dei casi di epatite E, mentre si registra una diminuzione dei casi di epatite B. La situazione per l’epatite C appare invece stabile.

Caratteristiche della malattia

L’epatite A presenta un periodo di incubazione che varia da 15 a 50 giorni e, generalmente, ha un decorso autolimitante e benigno. Le forme asintomatiche sono comuni, specialmente nei bambini e durante le epidemie. Tuttavia, in alcuni casi, la malattia può manifestarsi in forme più gravi, con decorso prolungato e, in rarissimi casi, forme fulminanti che possono risultare fatali. Secondo quanto riportato dall’Iss, la mortalità si attesta tra lo 0,1% e lo 0,3%, ma può arrivare fino all’1,8% negli adulti oltre i 50 anni. I sintomi tipici, che si presentano solitamente dopo 1-2 settimane dall’infezione, includono febbre, malessere, nausea, dolori addominali e ittero, accompagnati da un aumento delle transaminasi e della bilirubina. È importante notare che una parte delle infezioni, soprattutto se contratte in giovane età, rimane asintomatica e i pazienti guariscono completamente senza sviluppare forme croniche. La trasmissione avviene per via oro-fecale, con il virus presente nelle feci per 7-10 giorni prima della comparsa dei sintomi e fino a una settimana dopo.

Distribuzione geografica dei casi

Dal 1 gennaio al 30 giugno 2025, sono stati segnalati 247 casi di epatite A in Italia, un aumento rispetto ai 159 casi del 2024 e ai 105 del 2023. Le regioni con il maggior numero di segnalazioni sono Lombardia (18,6%), Emilia Romagna (16,6%) e Lazio (15,8%). La maggior parte dei casi riguarda uomini (64%), con la fascia di età più colpita che va dai 35 ai 54 anni (35,2%). L’età mediana dei casi è di 37 anni, con un range che va da 2 a 95 anni, inclusi 29 casi pediatrici sotto i 14 anni. Il consumo di frutti di mare è stato il fattore di rischio più frequentemente riportato (47,1%), seguito da viaggi in aree endemiche e consumo di frutti di bosco. È stato osservato un aumento dei casi tra uomini che fanno sesso con uomini, che rappresentano il 29,8% dei casi segnalati, rispetto all’11,4% del 2024. Maria Elena Tosti, del Centro Nazionale per la Salute Globale dell’Iss, ha sottolineato l’importanza di una sorveglianza attenta e di tempestive azioni di prevenzione, inclusa la vaccinazione per i contatti di casi, i viaggiatori verso aree endemiche e gli uomini che fanno sesso con uomini.

Situazione delle epatiti B e C

Nel primo semestre del 2025, sono stati segnalati 72 casi di epatite B, in calo rispetto ai 106 del 2024. La maggior parte dei casi riguarda uomini (77,8%), tutti sopra i 18 anni, con un’età mediana di 55,5 anni. Le regioni più colpite sono Emilia Romagna (22,2%), Lombardia (19,4%) e Lazio (15,3%). Il fattore di rischio più comune è stato il trattamento odontoiatrico (42,4%), seguito da trattamenti estetici e esposizioni sessuali a rischio. Per quanto riguarda l’epatite C, i casi sono rimasti stabili con 25 segnalazioni rispetto ai 27 dello stesso periodo del 2024. La maggior parte dei casi proviene dalla Lombardia (36%) e l’età mediana è di 48 anni. Il fattore di rischio più frequentemente riportato è stato l’esposizione nosocomiale (36%). Infine, 60 nuovi casi di epatite E sono stati segnalati nei primi sei mesi del 2025, in aumento rispetto ai 37 dello stesso periodo del 2024, con la maggior parte delle segnalazioni provenienti da Abruzzo e Lazio. La maggioranza dei casi riguarda uomini e l’età mediana è di 59 anni.

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