Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha tenuto un intervento significativo durante la quinta edizione degli Stati generali della natalità, che si è svolta oggi, 12 marzo 2025, a Roma. La crisi demografica è stata descritta come una sfida cruciale per il futuro non solo dell’Italia, ma dell’intera Europa. Mattarella ha sottolineato l’importanza di affrontare questa problematica come un’opportunità per riflettere sulla libertà, la coesione e la capacità di progettazione di una nazione.
Il Capo dello Stato ha messo in evidenza la necessità di un cambiamento culturale, sociale e politico. Ha affermato che la denatalità non deve essere vista come una condanna, ma piuttosto come un fenomeno che richiede consapevolezza e azioni concrete. “È fondamentale aiutare la vita a sbocciare e mettere le persone al centro degli interessi della comunità”, ha dichiarato. Secondo Mattarella, il futuro delle famiglie e della società è legato alle scelte che vengono fatte oggi, e una comunità che sa accogliere la vita è destinata a essere più forte.
Il legame tra generazioni e continuità sociale
Il presidente ha evidenziato come la natalità rappresenti un tema vitale per l’Italia e l’Europa. Ha spiegato che la continuità di un popolo si manifesta nella capacità di rinnovarsi attraverso le generazioni. La sostituzione e l’avvicendamento tra le generazioni sono influenzati dal modello di società che si costruisce nel tempo. Mattarella ha osservato che nelle società moderne si è interrotto il tradizionale legame tra benessere e crescita demografica. “Dove i consumi privati sono più elevati, si registra una minore generatività”, ha affermato, invitando a riflettere sui valori che caratterizzano le diverse comunità.
Le sfide dei giovani nella società contemporanea
Uno dei punti salienti del discorso è stata l’analisi delle difficoltà che i giovani devono affrontare nel costruirsi una vita autonoma. “In un contesto che privilegia la velocità, i giovani si trovano a dover affrontare ritardi non causati da loro”, ha detto Mattarella. Questi ritardi riguardano la ricerca di un’occupazione stabile, l’indipendenza dalla famiglia d’origine, l’accesso a una casa, la formazione di una famiglia e la genitorialità. La precarietà lavorativa, i salari insufficienti e i costi elevati delle abitazioni, uniti alla mancanza di servizi, rendono complicata la conciliazione tra lavoro e vita familiare. Secondo il presidente, è compito della società creare un ambiente favorevole affinché i cittadini possano esercitare liberamente il diritto di avere figli.
Il ruolo delle istituzioni e la Costituzione
Mattarella ha richiamato l’attenzione sull’importanza delle istituzioni nel sostenere la natalità, citando l’articolo 31 della Costituzione, che impone alla Repubblica di favorire la formazione della famiglia e di proteggere maternità, infanzia e gioventù. Ha sottolineato che il ruolo delle istituzioni pubbliche è decisivo, evidenziando la necessità di servizi sociali adeguati, retribuzioni dignitose e politiche abitative efficaci per garantire ai cittadini la libertà di scegliere la genitorialità.
Demografia come espressione di libertà
In un passaggio significativo, il presidente ha distinto tra un approccio democratico al tema della natalità e visioni strumentali. “L’equilibrio demografico riflette il progetto di vita di un Paese e la libertà dei suoi cittadini”, ha affermato, aggiungendo che le politiche per la natalità devono servire a mettere i cittadini in condizione di esprimere liberamente la loro vocazione alla genitorialità.
Le conseguenze della denatalità sul welfare e sull’economia
Mattarella ha evidenziato le conseguenze strutturali della denatalità, come gli squilibri nel sistema di welfare, la carenza di forza lavoro e le difficoltà nel mantenere i conti pubblici. Ha espresso apprezzamento per il lavoro della commissione parlamentare d’inchiesta sulla transizione demografica, auspicando che possa contribuire a trasformare la consapevolezza in azione. L’intervento del presidente si è concluso con un appello alla responsabilità collettiva, sottolineando che il futuro è nelle mani di tutti.
