L’adozione dell’intelligenza artificiale in Italia sta crescendo in modo significativo, con gli italiani che mostrano una maggiore consapevolezza riguardo all’uso di queste tecnologie nella vita quotidiana. Secondo una recente indagine condotta da Adnkronos, tra il 6 ottobre e il 16 novembre 2025, su un campione di circa 3.000 persone, emerge l’esigenza di un quadro normativo più chiaro per regolamentare l’uso dell’AI. I risultati di questa rilevazione sono stati presentati al Palazzo dell’Informazione durante l’evento “Intelligenza Umana, Supporto Artificiale”, che ha visto la partecipazione di rappresentanti del governo, della Commissione Europea, delle grandi aziende tecnologiche e del mondo accademico.
Il ruolo dell’intelligenza artificiale nella società italiana
Durante l’evento, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’Editoria, Alberto Barachini, ha sottolineato l’importanza dell’AI nel contesto delle relazioni tra cittadini, istituzioni e media. Ha evidenziato che la trasparenza è fondamentale per tutelare il diritto d’autore e garantire contenuti affidabili. Barachini ha avvertito che senza regole chiare sull’origine e sulla qualità delle informazioni, l’AI potrebbe generare contenuti che impoveriscono l’ecosistema mediatico e compromettono la capacità dei cittadini di orientarsi nella vita democratica. In risposta a queste problematiche, è stato introdotto il reato di deepfake, per affrontare le alterazioni della realtà che minano la fiducia pubblica. Ha concluso affermando che nessun Paese può affrontare questa sfida da solo e che è necessaria un’Europa unita per proteggere le narrazioni europee.
Strategie di sviluppo e formazione per il futuro
A chiudere il dibattito, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per l’Innovazione, Alessio Butti, ha evidenziato la necessità di garantire un quadro di sviluppo che accompagni l’adozione dell’AI, in linea con le esigenze nazionali e gli obiettivi europei. Ha annunciato che l’Italia sta accelerando nel campo dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie quantistiche, con l’approvazione di una legge sull’AI a settembre 2025, destinata a essere aggiornata nei prossimi mesi. Butti ha dichiarato che due aziende leader investiranno in Italia, coinvolgendo ricercatori e università, e che il 2026 porterà una pubblica amministrazione più digitale e accessibile, con un’identità digitale unica e servizi integrati per cittadini e imprese. L’obiettivo finale è creare un ecosistema tecnologico sicuro, aperto e competitivo a livello globale.
Percezione e utilizzo dell’intelligenza artificiale tra gli italiani
Un dato significativo emerso dalla rilevazione riguarda l’uso degli strumenti di AI generativa, come ChatGPT. Il 23% degli italiani dichiara di utilizzare queste tecnologie frequentemente, più volte al giorno, rispetto al 16% del 2024. Aumentano anche gli utilizzatori occasionali, che raggiungono il 32%, mentre diminuisce il numero di chi non ne fa uso, scendendo al 45%. L’AI è ormai percepita come una presenza quotidiana: il 47% degli intervistati sostiene di avere a che fare con essa “molto, anche se invisibile”, e il 31% afferma di incontrarla “in alcuni aspetti” della propria vita. Solo il 22% crede che non ci sia affatto AI nella propria quotidianità.
Alberto Tripi, Special Advisor per l’Intelligenza Artificiale di Confindustria, ha sottolineato che l’ecosistema produttivo italiano deve riporre fiducia nelle proprie capacità e accelerare la trasformazione del potenziale dell’AI in competitività reale. Ha affermato che molte piccole e medie imprese italiane hanno già integrato l’AI nei loro processi produttivi e che Confindustria sta lavorando per coinvolgere anche le aziende più piccole in questo processo di consapevolezza.
Richiesta di regolamentazione e preoccupazioni per il lavoro
La domanda di regolazione dell’AI è in costante crescita, con il 90% degli italiani che richiede norme e limiti per il suo utilizzo. Nonostante l’aumento dell’uso, il timore di perdere il proprio lavoro a causa dell’AI rimane alto, con il 53% degli intervistati preoccupato per il futuro occupazionale. Inoltre, il 48% non si sente adeguatamente preparato a comprendere l’impatto dell’AI, anche se si registra un lieve miglioramento nella consapevolezza generale. Infine, il 70% degli intervistati ritiene fondamentale potenziare le proprie competenze digitali, evidenziando l’importanza della formazione continua in un contesto in rapida evoluzione.
Durante l’evento, sono intervenuti anche esperti come Mario Nobile di Agid, Eva Spina del Mimit e l’europarlamentare Brando Benifei, che hanno discusso l’importanza di un approccio legislativo in Europa per garantire un utilizzo dell’AI che sia realmente utile per i cittadini. La giornata ha incluso anche la presentazione di uno studio di Mimesi, che ha analizzato la percezione degli utenti nei confronti dell’intelligenza artificiale, evidenziando aspettative e nuove abitudini digitali. Due tavole rotonde hanno approfondito temi come gli investimenti nell’AI e le strategie aziendali, coinvolgendo importanti rappresentanti del settore tecnologico.
