L’Italia si trova di fronte a una sfida cruciale: definire una politica industriale e scientifica in grado di potenziare la competitività nel settore delle scienze della vita. Questo tema è stato al centro di un evento organizzato da Sanofi il 10 marzo 2025 a Roma, dove si sono riunite figure di spicco provenienti dal mondo istituzionale, politico, scientifico e dal Terzo settore. L’incontro ha messo in evidenza le sfide e le opportunità che il Paese deve affrontare in un contesto internazionale caratterizzato da instabilità geopolitica e crescenti pressioni macroeconomiche.
Partecipazione di figure chiave
All’evento hanno partecipato personalità di rilievo come Martin Briens, ambasciatore di Francia in Italia, e Claudia Biffoli, dirigente della Divisione Biotecnologie e Farmaceutica del Mimit. Sono intervenuti anche Giuseppe Curigliano, presidente eletto dell’European Society for Medical Oncology e ordinario di Oncologia medica all’Università Statale di Milano, e Alberto Mantovani, presidente della Fondazione Humanitas per la Ricerca. Hanno preso parte al dibattito anche Alberto Siracusano, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, e Ilaria Villa, direttrice della Fondazione Telethon. La prorettrice dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, Angela Zampella, ha evidenziato l’importanza della collaborazione tra il settore pubblico e privato per l’innovazione nel campo della salute.
Un’opportunità strategica per l’Italia
L’iniziativa si colloca in un momento decisivo per il settore delle scienze della vita, come sottolineato dai promotori. La ricerca biomedica, la medicina di precisione e l’intelligenza artificiale stanno cambiando radicalmente i percorsi di cura e le filiere produttive. L’Italia, leader europeo nell’export farmaceutico, ha l’opportunità di cogliere queste trasformazioni attraverso una visione a lungo termine. Giovanni Tria, presidente della Fondazione Enea Tech e Biomedical, ha affermato che il Paese può trasformare il potenziale delle scienze della vita in un asset strategico nazionale. Investire in infrastrutture biomediche avanzate e creare poli di innovazione sono passi fondamentali per attrarre talenti e investimenti internazionali.
Investimenti e risultati della ricerca
Il dibattito si è basato sui dati contenuti nel Report d’impatto 2024 di Sanofi, che evidenziano il valore dell’innovazione per il Paese. Nel 2024, l’azienda ha investito 45,2 milioni di euro in Ricerca e Sviluppo in Italia, generando un beneficio complessivo di 133 milioni di euro per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Ogni euro investito in ricerca produce quasi 3 euro di risparmio per la collettività, grazie alla riduzione delle ospedalizzazioni e all’uso appropriato dei percorsi clinici. Sanofi ha condotto 108 studi clinici nell’ultimo anno, coinvolgendo 1.517 pazienti in 563 centri clinici e collaborando con oltre 90 strutture sanitarie in tutto il territorio nazionale.
Il ruolo dell’innovazione nel settore sanitario
Marcello Cattani, presidente e AD di Sanofi Italia e Malta, ha sottolineato l’importanza della ricerca nel trasformare conoscenze scientifiche in soluzioni concrete. L’Italia possiede una rete clinica di eccellenza e ricercatori capaci di gestire studi complessi. L’azienda punta a diventare leader nel campo dell’immunologia entro il 2030, investendo oltre 45 milioni di euro all’anno in studi avanzati che integrano immunologia, genomica e nuove tecnologie digitali. Sanofi ha investito circa 70 milioni di euro in Italia nelle aree chiave dell’innovazione, come ricerca e sviluppo e trasformazione tecnologica.
Impatto immediato della ricerca
La ricerca di Sanofi ha generato impatti sanitari significativi, con analisi economiche specifiche su tre aree nel 2024: la campagna di immunizzazione contro il virus respiratorio sinciziale nei neonati, le patologie infiammatorie di tipo 2 e le malattie cardiovascolari. I benefici per il SSN ammontano a 29,5 milioni di euro di costi evitati grazie all’immunoprofilassi Rsv. Sanofi sta anche guidando una trasformazione della propria pipeline, con 93 progetti in fase clinica, di cui 36 in fase avanzata. L’uso di tecnologie di intelligenza artificiale è sempre più integrato nella gestione dei dati clinici e nella generazione di nuovi target terapeutici.
Il futuro delle scienze della vita in Italia
L’Italia gioca un ruolo centrale in questo percorso, con studi su aree chiave come immunologia, neurologia e malattie rare. Sono in fase di sviluppo 12 molecole innovative, potenzialmente destinate a generare oltre 40 nuove indicazioni terapeutiche entro il 2031. La ricerca sulle malattie infiammatorie di tipo 2 ha visto un incremento del 19% nel solo 2024. Alberto Mantovani ha sottolineato la necessità di una “rivoluzione dell’immunologia“, che considera i percorsi biologici dell’immunità come fondamentali per le innovazioni terapeutiche. Gli esperti concordano che l’Italia ha il potenziale per diventare leader nelle scienze della vita, a patto che si realizzi una governance integrata tra ricerca pubblica e privata, capace di portare a soluzioni concrete per la popolazione.
