La fama, un obiettivo ambito da molti, può nascondere insidie inaspettate. Un recente studio condotto dai ricercatori dell’UniversitĂ Witten/Herdecke in Germania ha rivelato che il costo della notorietĂ potrebbe essere piĂą alto di quanto si pensi. Pubblicato nel 2025 sul ‘Journal of Epidemiology & Community Health’, il lavoro mette in luce come i cantanti che raggiungono lo status di celebrity tendano a vivere in media quattro anni in meno rispetto ai loro coetanei meno noti. Questo dato sorprendente solleva interrogativi sulle conseguenze della vita sotto i riflettori.
Dettagli dello studio
I ricercatori hanno esaminato un campione di 648 cantanti, suddivisi equamente tra chi aveva raggiunto la fama e chi non lo aveva fatto. L’analisi ha incluso variabili come anno di nascita, sesso, nazionalitĂ , etnia e genere musicale. Tra i partecipanti, la maggior parte era di sesso maschile (83,5%) e l’anno medio di nascita era il 1949, con un range che andava dal 1910 al 1975. La maggior parte dei cantanti (61%) proveniva dal Nord America, mentre il resto dall’Europa e dal Regno Unito. Il campione era prevalentemente bianco (77%), con minoranze di etnia nera (19%) e altre etnie (4%).
L’analisi ha mostrato che i cantanti famosi sopravvivono in media fino a 75 anni, mentre quelli meno noti raggiungono i 79 anni. Gli autori dello studio hanno sottolineato che gli effetti della fama sembrano paragonabili a quelli di altri fattori di rischio per la salute, come il fumo occasionale, che aumenta il rischio di morte del 34%. Tuttavia, non è chiaro se sia la notorietĂ stessa, le pressioni dell’industria musicale o lo stile di vita dei musicisti a contribuire a questa mortalitĂ prematura.
Chi sono i cantanti piĂą a rischio
Il genere musicale gioca un ruolo significativo nel rischio di mortalitĂ . La maggior parte dei cantanti analizzati apparteneva al genere rock (65%), seguiti da R&B (14%), pop (9%), new wave (6%), rap (4%) ed elettronica (2%). Oltre la metĂ dei partecipanti (59%) faceva parte di una band, mentre il 29% era solista e il 12% si esibiva in entrambe le modalitĂ .
Il campione di cantanti noti è stato selezionato dal database ‘Top 2000 Artists of All Time’, che raccoglie informazioni basate su classifiche redatte da esperti del settore, escludendo dati di vendita o sondaggi. Solo artisti attivi tra il 1950 e il 1990 sono stati inclusi, per garantire un’analisi adeguata del rischio di morte entro la fine del 2023.
Il ruolo delle band
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, appartenere a una band non ha fornito una protezione significativa contro la mortalitĂ . Sebbene i membri di una band presentassero un rischio di morte inferiore del 26% rispetto ai solisti, la fama continuava a rappresentare un fattore di rischio. I cantanti famosi avevano il 33% di probabilitĂ in piĂą di morire prima rispetto ai colleghi meno noti. Solo due delle star analizzate hanno ottenuto fama postuma, evidenziando che il rischio di mortalitĂ aumentava significativamente solo dopo aver raggiunto la notorietĂ .
I ricercatori suggeriscono che l’aumento del rischio di morte è specifico per il periodo di fama, piuttosto che dovuto a fattori preesistenti. La fama potrebbe quindi rappresentare un punto di svolta per i rischi per la salute, inclusa la mortalitĂ .
Osservazioni finali dello studio
Gli autori avvertono che si tratta di uno studio osservazionale e che non è possibile stabilire un rapporto di causa-effetto. Il campione, limitato ai cantanti, potrebbe non riflettere altre aree della fama, come il cinema o lo sport. Tuttavia, gli studiosi ipotizzano che lo stress psicosociale associato alla fama, come il controllo pubblico e la pressione delle performance, possa contribuire a un disagio psicologico significativo e a comportamenti dannosi.
Inoltre, nonostante la sicurezza finanziaria spesso associata alla fama, lo studio indica che “essere famosi appare così dannoso da annullare qualsiasi potenziale beneficio legato a un alto status socioeconomico“. Questo mette in evidenza la vulnerabilitĂ delle star e la necessitĂ di protezione e supporto mirati per questa popolazione.
