Ucraina, la genesi del piano di Trump e le tensioni con Kiev: ecco i dettagli

Lorenzo Di Bari

Novembre 25, 2025

Axios ha recentemente rivelato un documento dettagliato in 28 punti, che delinea il percorso intrapreso dagli Stati Uniti per tentare di porre fine al conflitto tra Ucraina e Russia. Secondo le informazioni fornite dal sito americano, il piano, concepito in un contesto quasi casuale, è stato presentato in modo inaspettato durante una telefonata. L’ex presidente Donald Trump ha inviato il documento a Kiev, sperando di facilitare la risoluzione della crisi.

L’Ucraina e le modifiche richieste

L’Ucraina ha rispedito il piano al mittente, richiedendo modifiche sostanziali che sono ancora oggetto di discussione. Per comprendere appieno la situazione, è necessario tornare indietro fino al 22 ottobre 2025. In quella data, a bordo dello stesso aereo si trovavano Jared Kushner, genero di Trump, e Steve Witkoff, inviato speciale del presidente. Dopo aver trattato questioni relative a Gaza, i due hanno deciso di concentrarsi sull’Ucraina, con l’obiettivo di elaborare un piano e cercare un accordo.

Incontro a Miami

Il 25 ottobre, Witkoff e Kushner hanno incontrato a Miami Kirill Dmitriev, l’inviato del presidente russo Vladimir Putin. Questo incontro ha avuto lo scopo di definire una bozza iniziale del piano. Un funzionario statunitense ha sottolineato che i due emissari non avrebbero avviato colloqui con le controparti russe e ucraine senza il consenso di Trump, mentre il segretario di Stato Marco Rubio e il vicepresidente JD Vance venivano costantemente aggiornati sui progressi.

Contatti con il presidente ucraino

Nel frattempo, Witkoff e Kushner hanno avuto contatti con Rustem Umerov, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Grazie all’intermediazione di un alto funzionario del Qatar, i due hanno potuto discutere le modifiche suggerite da Umerov, il quale ha proposto che il piano fosse presentato direttamente a Zelensky. Tuttavia, il colloquio telefonico ha generato un malinteso significativo, poiché i due emissari credevano di aver ricevuto un’approvazione sostanziale da Kiev. Witkoff ha quindi programmato un incontro con Zelensky in Turchia per il 19 novembre.

Dettagli del piano di Trump

Il 18 novembre, Axios ha anticipato i dettagli del piano di Trump, rivelando condizioni severe per l’Ucraina, tra cui il riconoscimento della Crimea come parte della Russia e la riduzione delle forze armate ucraine. Le conseguenze di queste proposte hanno sollevato preoccupazioni a Mosca, dove si prevedeva un allentamento delle sanzioni e il reintegro della Russia nel G8.

Rifiuto dell’Ucraina e reazioni

Il rifiuto dell’Ucraina è diventato evidente quando il previsto incontro in Turchia non si è svolto. Secondo un funzionario ucraino, il team di Zelensky considerava le proposte di Witkoff e Kushner come semplici idee iniziali, mentre gli americani credevano di aver presentato una proposta formale. Per cercare di riparare il rapporto, Washington ha inviato a Kiev il segretario dell’Esercito, Dan Driscoll.

Critiche e chiarimenti

Con il piano divenuto di dominio pubblico, le critiche si sono intensificate, specialmente da parte di diverse cancellerie europee. Il Dipartimento di Stato ha cercato di chiarire che il piano non rappresentava la posizione ufficiale di Trump, ma il presidente ha comunque chiesto la firma di Zelensky entro il 27 novembre, in vista del Thanksgiving. Tuttavia, secondo quanto riportato dal Washington Post, Trump non sembrava interessato ai dettagli del documento.

Situazione in evoluzione

L’auspicata accelerazione non si è verificata. Zelensky ha ascoltato Driscoll, ritenendo il piano un punto di partenza per la discussione, ma non una base solida per un accordo. Venerdì 21 novembre, il presidente ucraino ha tenuto un discorso alla nazione, esprimendo preoccupazione per la possibile perdita di dignità e supporto strategico.

Critiche interne all’amministrazione

Nell’amministrazione Trump, alcuni hanno criticato l’approccio di Driscoll, ritenendolo troppo affrettato. La situazione si è ulteriormente complicata, costringendo Trump a inviare Marco Rubio a Ginevra per i colloqui del 23 novembre. Tra Washington e Kiev, la situazione sembrava migliorare, almeno superficialmente, con gli Stati Uniti che definivano il piano come un’offerta non definitiva. L’Ucraina ha utilizzato toni più positivi nel descrivere il dialogo, e la scadenza fissata da Trump non era più considerata imperativa. Con il piano rivisitato, i punti sono stati ridotti da 28 a 19, e le trattative sono proseguite.

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