All’indomani delle recenti elezioni regionali, la discussione sulla legge elettorale italiana ha ripreso vigore, con i legislatori che si preparano a rivedere il sistema attuale. La questione รจ diventata centrale nel dibattito politico, soprattutto in considerazione delle riforme costituzionali che il governo sta perseguendo, tra cui la proposta di un premierato che richiederebbe un nuovo sistema di voto compatibile con l’elezione diretta del presidente del Consiglio. Attualmente, le norme che regolano l’elezione di parlamentari, amministratori locali e eurodeputati sono variegate e in continua evoluzione, passando da sistemi proporzionali a maggioritari, con un predominio di sistemi misti.
Il sistema attuale per le elezioni politiche
Nel contesto delle elezioni politiche, la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica adottano un sistema ibrido, noto come ‘Rosatellum’, che combina elementi proporzionali e maggioritari. Questa legge, approvata nel 2017, ha sostituito il precedente Mattarellum, il quale era prevalentemente maggioritario. Il Rosatellum prevede che 3/8 dei seggi siano assegnati attraverso un metodo maggioritario in collegi uninominali, mentre i restanti 5/8 vengono distribuiti in collegi plurinominali secondo un sistema proporzionale. Per il Senato, ci sono 20 circoscrizioni che corrispondono alle regioni italiane, mentre per la Camera dei Deputati le circoscrizioni sono 28, inclusa la Valle dโAosta. Ogni elettore ha diritto a un voto per la Camera e uno per il Senato, esprimendo la propria preferenza su un’unica scheda.
Il meccanismo di elezione prevede che i candidati della lista del collegio plurinominale vengano proclamati eletti in base all’ordine di presentazione, fino al limite dei seggi spettanti alla lista. Per la parte maggioritaria, vince il candidato con il maggior numero di preferenze in ciascun collegio uninominale. Inoltre, il 2% dei seggi รจ riservato agli italiani residenti all’estero, con un sistema proporzionale. Le soglie di sbarramento sono fissate al 3% per le liste singole e al 10% per le coalizioni.
Le elezioni regionali e i loro sistemi
Per quanto riguarda le elezioni regionali, i metodi di elezione dei consiglieri e dei presidenti di Regione variano significativamente da una regione all’altra. Generalmente, si utilizza un sistema proporzionale con un premio di maggioranza, che garantisce la governabilitร e l’elezione diretta del presidente della giunta regionale. In alcune regioni, come il Veneto, รจ possibile esprimere un voto disgiunto, consentendo agli elettori di votare per un candidato presidente e una lista non collegata. In queste elezioni, si svolge un unico turno di voto, senza ballottaggio, e la coalizione vincente riceve un premio di maggioranza.
Il sistema per le elezioni comunali
Nelle elezioni comunali, il sistema adottato varia in base alla popolazione del comune. Nei comuni con oltre 15mila abitanti, si applica un sistema maggioritario a doppio turno, che prevede un ballottaggio finale se nessun candidato ottiene la maggioranza assoluta al primo turno. Anche in queste circostanze, รจ previsto un premio di maggioranza per la lista o coalizione collegata al sindaco eletto. Al contrario, nei comuni con meno di 15mila abitanti, il sindaco viene eletto tramite un sistema maggioritario a turno unico, dove il candidato con il maggior numero di voti diventa il primo cittadino.
Le elezioni europee e il loro funzionamento
Infine, le elezioni europee, che si tengono ogni cinque anni, seguono un sistema proporzionale con una soglia di sbarramento fissata al 4%. Gli elettori possono esprimere una preferenza per i candidati, e i seggi sono assegnati in un collegio unico nazionale, suddiviso in cinque ampie circoscrizioni. Questo sistema mira a garantire una rappresentanza equa e a riflettere la diversitร politica degli elettori italiani a livello europeo.
