Famiglia del giovane medico ucciso: “Le assoluzioni sono inaccettabili”

Marianna Ritini

Novembre 25, 2025

Il 25 novembre 2025, a Palermo, la famiglia di Aldo Naro, un giovane medico ucciso in una discoteca quasi undici anni fa, ha espresso la propria delusione dopo la sentenza della Corte d’Assise. La prima sezione del tribunale ha assolto tre buttafuori, Gabriele Citarrella, Francesco Troia e Pietro Covello, accusati di aver aggredito il giovane mentre si trovava a terra. L’assenza di prove sufficienti ha portato a una decisione che, secondo i familiari, rappresenta un chiaro fallimento della giustizia.

Il verdetto della corte d’assise

Dopo sette ore di camera di consiglio, il verdetto è stato emesso, dichiarando che “il fatto non sussiste” per i tre imputati. Questi ultimi erano stati accusati di aver inflitto colpi mortali a Naro, aggravando le lesioni già esistenti. Un altro buttafuori, che all’epoca dei fatti era minorenne, era già stato condannato a dieci anni per essere considerato l’autore materiale delle percosse letali. La sentenza ha suscitato un’ondata di indignazione tra i familiari di Aldo, che hanno lottato per ottenere giustizia per anni.

La battaglia della famiglia Naro

I genitori di Aldo Naro hanno riaperto l’indagine, spingendo per ulteriori accertamenti e consulenze peritali. Hanno anche richiesto la riesumazione del corpo del giovane per ripetere esami che si erano resi necessari a causa della misteriosa scomparsa della TAC cranica effettuata subito dopo l’omicidio. “Abbiamo affrontato ogni udienza con la speranza di far emergere la verità, che sembrava sfuggire a chi di dovere”, hanno dichiarato i familiari. Hanno lamentato la richiesta di archiviazione da parte delle autorità, nonostante le evidenze che suggerivano la necessità di ulteriori indagini.

Le parole della famiglia e la reazione degli avvocati

La famiglia ha sottolineato che la verità sulla morte di Aldo è emersa grazie al loro impegno incessante. “Il dottor Aldo Naro è stato ucciso da un numero indefinito di aggressori che hanno inflitto lesioni devastanti”, hanno affermato. La sentenza ha lasciato un segno profondo nei familiari, che si sono sentiti traditi da un sistema giudiziario che, a loro avviso, ha fallito nel garantire giustizia.

D’altra parte, gli avvocati degli imputati hanno rilasciato una nota in cui lamentano la diffusione di informazioni errate sui social media, che avrebbero danneggiato l’immagine di Citarrella, già identificato come complice di un crimine che era stato attribuito a un colpevole con sentenza definitiva. La questione della giustizia e della verità continua a essere al centro del dibattito pubblico, mentre la famiglia Naro si prepara a valutare le prossime azioni legali.

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