Soddisfazione emerge da Kiev e Washington dopo i recenti colloqui tenutisi a Ginevra, dove le delegazioni ucraine e americane hanno discusso un piano per la pace tra Ucraina e Russia. Mentre gli Stati Uniti propongono un piano articolato in 28 punti, l’Europa sta elaborando una proposta alternativa, significativamente differente.
I colloqui di Ginevra, svoltisi il 10 gennaio 2025, hanno portato a risultati che sono stati accolti con entusiasmo da entrambe le parti. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha descritto i risultati come “sostanziali”, evidenziando i progressi nel lavoro per porre fine al conflitto. Zelensky ha anche espresso gratitudine per il sostegno ricevuto da Donald Trump, cercando di attenuare le tensioni suscitate da un recente post del presidente americano, il quale lamentava la mancanza di riconoscimento per gli sforzi statunitensi da parte della leadership ucraina.
Kiev e washington: risultati positivi
Durante la giornata di colloqui, Zelensky ha sottolineato l’importanza della **diplomazia**, affermando che la priorità rimane una **pace** duratura e la **sicurezza** per il popolo ucraino, specialmente per coloro che hanno difeso la nazione dall’aggressione russa. A Ginevra, il presidente ucraino ha avuto incontri con leader europei, tra cui il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Friedrich Merz. Le prospettive di futuri contatti con Trump rimangono incerte, ma potrebbero avvenire sia telefonicamente che di persona.
Il segretario di Stato americano, Marco Rubio, ha dichiarato che i colloqui sono stati “molto positivi”, e ha rivelato che Trump si è mostrato soddisfatto dei progressi. Gli Stati Uniti auspicano che Kiev possa approvare il piano entro il 27 novembre 2025, in tempo per celebrare il **Giorno del Ringraziamento**. Rubio ha sottolineato l’urgenza di raggiungere un accordo, evidenziando che il conflitto continua a causare perdite umane.
Il piano americano, nella sua versione iniziale, ha suscitato preoccupazioni a Kiev per alcuni elementi considerati inaccettabili. Tuttavia, Rubio ha assicurato che il documento è in continua evoluzione e che le questioni aperte non rappresentano ostacoli insormontabili. In un futuro prossimo, il piano dovrà essere presentato alla Russia, una volta raggiunto un accordo con l’Ucraina.
Il piano europeo: differenze rispetto alla proposta di trump
Parallelamente, si sta sviluppando una proposta europea, la quale, secondo quanto riportato dalla CNN, è ancora in fase di definizione. Questo piano, composto da 24 punti, mira a ottenere modifiche al piano americano attraverso un **dialogo** diplomatico.
Le differenze tra il piano europeo e quello di Trump sono significative. Il documento europeo presenta toni più sfumati riguardo alla presenza della **NATO** in Ucraina. A differenza del piano americano, che esclude categoricamente l’invio di truppe **NATO**, la proposta europea non preclude un’eventuale adesione di Kiev all’Alleanza, nonostante l’assenza di un consenso tra i membri della **NATO** al momento.
Un aspetto cruciale del piano europeo riguarda le **garanzie** di sicurezza per l’Ucraina. In caso di un nuovo attacco russo, il piano prevede un meccanismo simile all’articolo 5 della **NATO**, che garantirebbe l’intervento dell’Alleanza in difesa di un membro aggredito. A differenza della posizione americana, che considera **Crimea**, **Donetsk** e **Luhansk** come territori russi, il piano europeo non menziona concessioni territoriali e richiede un cessate il fuoco prima di discutere eventuali scambi di territori.
In aggiunta, il piano europeo non fissa scadenze precise per le elezioni in Ucraina, a differenza degli Stati Uniti, che richiedono che il voto si svolga entro 100 giorni dalla fine del conflitto. La questione delle **forze armate** ucraine è un altro punto di divergenza; mentre Trump prevede un esercito di 600.000 uomini, l’Europa suggerisce che l’Ucraina dovrebbe contare su 800.000 soldati in tempo di pace. Infine, la proposta europea prevede che la centrale nucleare di Zaporizhzhia venga gestita dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica, con l’obiettivo di condividere l’energia prodotta tra Ucraina e Russia.
