Un’importante operazione condotta dai Carabinieri ha portato alla luce un’organizzazione criminale a Roma, smantellando una banda accusata di ben 46 furti e rapine. L’inchiesta, avviata dalla Procura, ha rivelato un sistema di attività illecite che include anche sequestro di persona, ricettazione, danneggiamento e incendi. Il 24 novembre 2025, i militari hanno eseguito arresti nei confronti di diciotto individui, tutti collegati al campo nomadi di via dei Gordiani. Secondo quanto emerso, il gruppo era responsabile di colpi in abitazioni, bar e sale giochi, nonché di episodi di violenza che hanno destato preoccupazione tra i residenti.
Dettagli dell’operazione
L’operazione dei Carabinieri ha avuto luogo nei giorni precedenti al 24 novembre 2025, quando è stata emessa l’ordinanza di arresto per i membri della banda. Le indagini hanno rivelato un modus operandi ben definito, con i membri del gruppo che si riorganizzavano rapidamente anche dopo gli arresti. I Carabinieri hanno intercettato comunicazioni telefoniche tra gli indagati, ascoltando le urla e le voci delle vittime durante i furti. Questo ha permesso di raccogliere prove decisive contro la banda, dimostrando la loro spietatezza e la pianificazione meticolosa dei colpi.
Le rapine hanno spesso preso di mira anziani, svegliati di soprassalto nelle loro abitazioni, minacciati con armi e costretti a consegnare i loro averi. Gli episodi si sono verificati principalmente nel pomeriggio e nella sera, quando le vittime erano più vulnerabili. Oltre ai furti in abitazione, alcuni membri della banda sono stati accusati di colpire sale giochi e bar tabacchi, aumentando così il loro raggio d’azione criminale.
Collegamenti con il carcere
Un aspetto inquietante emerso dall’inchiesta è il coinvolgimento di un detenuto nel carcere romano di Regina Coeli. Questo individuo, anch’esso di origine rom, sarebbe stato il cervello dietro l’organizzazione, coordinando le operazioni e fornendo indicazioni ai membri della banda attraverso telefonate. La sua capacità di mantenere il controllo dall’interno del carcere ha sollevato interrogativi sulla sicurezza e sulla gestione dei detenuti, evidenziando le difficoltà nel contrastare il crimine organizzato.
L’inchiesta ha messo in evidenza non solo l’efficacia della banda, ma anche la vulnerabilità delle vittime, spesso anziane e sole. La rapidità con cui gli indagati riuscivano a riorganizzarsi dopo gli arresti ha reso difficile per le forze dell’ordine interrompere definitivamente le loro attività illecite. La Procura ha ora il compito di portare avanti il processo e garantire che i responsabili vengano puniti per i loro crimini.
L’operazione ha suscitato una forte reazione tra i cittadini romani, preoccupati per la sicurezza nelle loro comunità . La presenza dei Carabinieri è stata intensificata nei quartieri colpiti, con l’obiettivo di rassicurare la popolazione e prevenire ulteriori atti di violenza.
