Filippo Magnini, ex nuotatore di fama internazionale, ha rilasciato dichiarazioni forti durante un’intervista a “Belve”, programma condotto da Francesca Fagnani, in onda su Raidue il 25 novembre 2025. In questa occasione, Magnini ha affrontato il controverso tema del doping, rivelando di sentirsi un capro espiatorio, attaccato per proteggere nomi più illustri nel mondo dello sport.
La sua storia personale con Federica Pellegrini, una delle nuotatrici italiane più celebri, è stata un’altra questione affrontata da Magnini. Il campione ha descritto la loro relazione, durata dal 2011 al 2017, come “travagliata” e ha espresso il suo dispiacere per come è finita, affermando che non ha lasciato un bel ricordo.
Il caso doping e le accuse
Nel corso dell’intervista, Magnini ha offerto una versione inedita riguardo alle indagini che lo hanno coinvolto e alla sua successiva squalifica per doping. Ha accusato la Procura sportiva di aver orchestrato una vera e propria macchinazione, affermando di essere stato scelto come “pedina attaccabile”. Secondo Magnini, le pressioni ricevute durante gli interrogatori sono state intense e mirate, con l’intento di non coinvolgere altri atleti, sia del nuoto che di altre discipline.
Il nuotatore marchigiano ha rivelato di aver registrato gli interrogatori, affermando che le sue registrazioni potrebbero dimostrare la sua innocenza. Nel 2017, dopo il suo ritiro, ha scoperto tramite i media di essere sotto indagine per doping e ha subito una squalifica che è stata successivamente revocata nel 2020, quando il Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna ha certificato la sua innocenza. Magnini ha spiegato che ha rifiutato di patteggiare, un fattore che ha contribuito a farlo diventare un obiettivo.
Durante l’intervista, ha condiviso dettagli che gettano nuova luce sulla vicenda, rivelando che anche un suo amico, Santucci, è stato avvicinato con minacce per fare il suo nome. Magnini ha sottolineato che la pressione su di lui è stata intensa, con l’intento di proteggere altri atleti, che lui sostiene essere innocenti, ma che hanno subito la stessa sorte.
Le rivelazioni e le conseguenze
Filippo Magnini ha continuato a spiegare come questa esperienza lo abbia segnato profondamente. Ha raccontato di aver affrontato i procuratori con determinazione, ricevendo risposte che lo hanno lasciato perplesso. Ha richiesto un video in cui si sarebbero dovute trovare prove a suo favore, ma ha scoperto che alcune dichiarazioni cruciali erano state omesse.
Fagnani ha chiesto a Magnini perché non avesse denunciato la situazione, e lui ha risposto di avere ancora tempo per farlo, seguendo il consiglio del suo avvocato. Ha sottolineato l’importanza di “vincere” e non “stravincere” nella vita, suggerendo che ci sono modi più efficaci per affrontare le ingiustizie.
Magnini ha ribadito di essere stato scelto come bersaglio per proteggere altri nomi noti nel panorama sportivo, affermando che ci sono atleti puliti che potrebbero essere stati coinvolti nella stessa situazione. Tuttavia, ha preferito non rivelare i nomi, mantenendo un certo riserbo su chi potesse essere coinvolto in questa rete di accuse e pressioni.
Le sue dichiarazioni, cariche di emozione e frustrazione, pongono interrogativi su come il sistema sportivo gestisca le accuse di doping e le conseguenze che queste possono avere sulla carriera di un atleta. La storia di Magnini continua a suscitare interesse e dibattito nel mondo dello sport, mentre l’ex nuotatore cerca di riabilitare la sua immagine e ottenere giustizia per ciò che ha vissuto.
