I rappresentanti di Ucraina, Stati Uniti e del formato E3, che comprende Regno Unito, Francia e Germania, si sono riuniti oggi, 21 novembre 2025, a Ginevra, in Svizzera, per discutere il piano di pace proposto dal presidente americano Donald Trump, finalizzato a porre fine al conflitto con la Russia. Questa iniziativa, come dichiarato dallo stesso Trump, non costituisce “neanche lontanamente” un'”ultima offerta” per Kiev, suscitando già reazioni miste tra i leader europei.
Il ruolo dei rappresentanti
Presenti ai colloqui il segretario di Stato americano Marco Rubio e l’inviato speciale di Trump, Steve Witkoff. Anche il segretario all’Esercito degli Stati Uniti, Daniel Driscoll, che ha incontrato giovedì scorso il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev, è giunto a Ginevra per partecipare. La delegazione ucraina è guidata dal consigliere presidenziale Andriy Yermak. L’Italia è rappresentata dal consigliere diplomatico Fabrizio Saggio, il quale ha interrotto i suoi impegni al G20 di Johannesburg per prendere parte a questo incontro cruciale, che si svolge a livello di National Security Advisor (NSA).
Dettagli del piano statunitense
Il piano di pace, composto da 28 punti, è stato rivelato attraverso diversi media e confermato da fonti diplomatiche. Tra le proposte più controverse emergono:
- La cessione alla Russia della Crimea, del Donbass e di altri territori contesi.
- L’istituzione di una zona demilitarizzata con il ritiro delle forze ucraine.
- Limitazioni significative all’esercito ucraino, fissando un tetto di 600.000 soldati.
- Il divieto di dispiegamento di forze straniere sul suolo ucraino.
- L’obbligo per l’Ucraina di dichiarare nella propria Costituzione la non adesione alla NATO.
In aggiunta, secondo fonti statunitensi, il piano prevede un forte impegno economico, con la proposta di utilizzare gli asset russi congelati, stimati in decine di miliardi di dollari, per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina.
Pressioni su Kiev
Donald Trump ha fissato un termine per Zelensky, concedendo tempo fino al 27 novembre 2025, giorno del Ringraziamento negli Stati Uniti, per accettare il piano. In caso contrario, il presidente americano ha minacciato di interrompere i rifornimenti di armi all’Ucraina. Zelensky ha risposto con cautela, definendo il momento attuale come “uno dei più difficili” per il suo paese. Ha evidenziato che la sua scelta potrebbe comportare il rischio di “perdere la dignità ” o “perdere un partner chiave“. Il presidente ucraino ha espresso la sua disponibilità a negoziare, pur ribadendo l’intenzione di difendere gli interessi nazionali e di presentare alternative al progetto americano, ritenuto incompatibile con la sicurezza a lungo termine dell’Ucraina.
Controproposta europea in arrivo
Mentre Washington spinge per un accordo celere, Francia, Germania, Gran Bretagna e altri alleati hanno dichiarato, durante il vertice G20 in Sudafrica, che la proposta statunitense “non può essere accettata così com’è” e necessita di “lavoro aggiuntivo”. I leader europei avvertono del rischio di lasciare l’Ucraina troppo vulnerabile di fronte a potenziali attacchi russi e di stabilire un pericoloso precedente di modifiche territoriali ottenute con la forza. Il presidente francese Emmanuel Macron ha espresso profonda preoccupazione per il piano statunitense, mentre Londra e Berlino hanno sottolineato l’importanza di una posizione comune occidentale prima di procedere. Secondo il quotidiano Bild, il governo tedesco, guidato da Friedrich Merz, ha già predisposto contromisure diplomatiche, preoccupato per le condizioni ritenute troppo favorevoli a Mosca. La CNN ha riportato che un incontro tra una delegazione russa e gli Stati Uniti, per discutere il piano di pace, avverrà a breve, ma non avrà luogo a Ginevra.
