Martina Nasoni, ospite del programma “Verissimo” condotto da Silvia Toffanin, ha condiviso la sua toccante esperienza legata al trapianto di cuore avvenuto il 19 agosto 2025. Nella puntata di sabato 22 novembre, Nasoni ha raccontato come questo intervento abbia cambiato radicalmente la sua vita, definendolo un vero e proprio “regalo” che si è concessa dopo anni di lotta contro una grave patologia cardiaca.
Nella sua testimonianza, Martina ha spiegato che la chiamata per il trapianto è arrivata dopo un lungo periodo di attesa e riflessione. La reazione iniziale è stata di paura: “Ho pensato ‘no’ quando ho ricevuto la notizia. Ma poi ho compreso che era un’opportunità unica per ricominciare”, ha affermato. La giovane ha voluto rendere omaggio al suo “vecchio cuore”, descrivendo il momento dell’addio come un’esperienza profonda e commovente. “L’ho salutato come se fosse mio figlio, chiedendogli scusa per non poterlo portare con me nelle nuove avventure della vita”, ha aggiunto, visibilmente emozionata.
La battaglia contro la cardiomiopatia
Martina Nasoni ha vissuto un’infanzia segnata dalla sfida di convivere con una cardiomiopatia che ha condizionato profondamente la sua crescita. “Da piccola non potevo correre o fare attività fisica come gli altri bambini. Spiegare la mia condizione ai coetanei era complicato”, ha raccontato. Già all’età di tre anni, ha iniziato a prendere farmaci per gestire la sua malattia, un’esperienza che ha definito inizialmente “normale” ma che, col tempo, ha sollevato interrogativi e preoccupazioni.
A dodici anni, Martina ha ricevuto il suo primo pacemaker, un dispositivo che ha segnato un ulteriore cambiamento nella sua vita. “Sapevo cosa fosse, perché anche mia madre ne aveva uno. Ma a quell’età , la mia adolescenza è stata compromessa”, ha spiegato. La giovane ha anche rivelato di aver affrontato episodi di bullismo durante gli anni scolastici, sottolineando l’importanza di un ambiente educativo sicuro e accogliente per tutti gli studenti.
Il significato del trapianto
Il trapianto di cuore ha rappresentato per Martina una nuova opportunità di vita. “I medici hanno voluto darmi una vita migliore a 27 anni”, ha affermato con gratitudine. Durante il processo di preparazione all’intervento, ha vissuto momenti di grande intensità emotiva, descrivendo il saluto al suo vecchio cuore come un atto di amore e rispetto. “Ho cercato di calmarlo, dicendogli che era stato forte e che ora era giunto il momento di riposare”, ha raccontato.
Una volta ricevuto il nuovo cuore, Martina ha sentito un cambiamento profondo dentro di sé. “È stato come accogliere una nuova vita. Grazie a un’altra persona, oggi posso raccontare questa storia”, ha dichiarato. Ha anche scelto di dare un nome al suo nuovo cuore, chiamandolo “Liam”, un gesto che simboleggia il legame che sente con il donatore, di cui non conosce l’identità ma che considera parte di sé.
La testimonianza di Martina Nasoni si configura come un messaggio di speranza e resilienza, dimostrando come si possa superare il dolore e ricominciare a vivere, abbracciando ogni nuova opportunità con gratitudine.
