Sanità, Marchetti (UniMi): “Germi resistenti aggravano situazioni già critiche”

Franco Fogli

Novembre 22, 2025

“Quando gli antibiotici non funzionano più, ci troviamo senza armi”. Questo l’allerta lanciato dalla dottoressa Giulia Carla Marchetti, ordinario di Malattie infettive presso l’Università degli Studi di Milano e direttrice della Struttura complessa di Malattie infettive dell’ASST Santi Paolo e Carlo. Le sue dichiarazioni sono emerse in occasione della settimana dedicata all’antimicrobico-resistenza, un tema cruciale che evidenzia le sfide quotidiane nella gestione di pazienti vulnerabili colpiti da microrganismi resistenti ai trattamenti attualmente disponibili.

Il problema delle infezioni resistenti

Secondo la dottoressa Marchetti, le infezioni causate da batteri resistenti rappresentano una minaccia significativa, in particolare per gli individui anziani o per coloro che sono già ricoverati per altre patologie. “Queste infezioni si manifestano come eventi gravi che si sovrappongono a condizioni cliniche già complesse”, ha dichiarato. “Quando il germe è resistente, la prognosi diventa incerta, poiché gli antibiotici non sono più efficaci. In situazioni come polmoniti, infezioni urinarie complicate o sepsi, il rischio di esito letale aumenta considerevolmente”.

Il ruolo della prevenzione vaccinale

La dottoressa Marchetti sottolinea l’importanza della prevenzione vaccinale, spesso sottovalutata nel contesto della resistenza antimicrobica. “Esiste un legame chiaro tra vaccini e resistenza“, ha affermato. “L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha messo in evidenza questo aspetto. I vaccini batterici, come quello contro lo pneumococco, principale responsabile delle polmoniti, forniscono una protezione diretta. Anche i vaccini contro virus come l’influenza, il Covid-19 e il virus respiratorio sinciziale riducono il rischio di sovra-infezioni batteriche, che possono richiedere antibiotici e coinvolgere germi resistenti“.

L’importanza dell’uso corretto degli antibiotici

Un altro aspetto fondamentale nella lotta contro la resistenza antimicrobica è l’uso appropriato degli antibiotici. “Questi farmaci sono estremamente preziosi e devono essere utilizzati solo su prescrizione medica”, ha avvertito l’infettivologa. “L’abuso, l’autoprescrizione e l’interruzione inadeguata delle terapie contribuiscono all’aumento della resistenza. È essenziale che le persone comprendano che l’uso indiscriminato o prolungato degli antibiotici mette a rischio anche la salute degli altri”.

Novità nella prevenzione delle infezioni

Tra le recenti innovazioni, la dottoressa Marchetti ha menzionato l’arrivo di vaccini contro il virus respiratorio sinciziale (RSV), un virus comune che può provocare polmoniti e infezioni severe, in particolare nei neonati e negli anziani. Due vaccini hanno già ricevuto l’approvazione dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA): “Questi vaccini sono sicuri e molto efficaci nel prevenire malattie gravi, e uno di essi è indicato anche per le donne in gravidanza, garantendo così protezione al neonato tramite gli anticorpi materni“.

La prevenzione dell’infezione da RSV avrà un impatto positivo anche sulla resistenza antimicrobica. “Ridurre i ricoveri, le complicazioni e le sovra-infezioni significa diminuire l’uso di antibiotici e, di conseguenza, limitare lo sviluppo di nuove resistenze“, ha concluso l’esperta. Questo approccio non solo favorisce il singolo paziente, ma rappresenta un vantaggio per l’intera comunità.

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