Pensioni, l’età pensionabile aumenta con la legge di Bilancio: è sostenibile?

Marianna Ritini

Novembre 21, 2025

La recente legge di Bilancio 2026, presentata il 21 novembre 2025, segna un cambiamento significativo per il sistema previdenziale italiano. Le nuove disposizioni, che potrebbero subire emendamenti, indicano un innalzamento dell’età pensionabile, portando a un futuro in cui non basteranno più 67 anni per accedere alla pensione. Questa manovra si inserisce in un contesto in cui le norme di flessibilità, come quota 103 e opzione Donna, verranno abolite, rendendo necessario un adeguamento dei requisiti pensionistici in base all’aspettativa di vita.

Le nuove disposizioni pensionistiche

A partire dal 2027, per andare in pensione di vecchiaia sarà richiesto di avere 67 anni e 1 mese, mentre dal 2028 l’età salirà a 67 anni e 3 mesi. Anche la pensione anticipata subirà un incremento dei requisiti, che passeranno dai 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne a nuove soglie più elevate. Questi cambiamenti riflettono un adeguamento necessario in risposta a un trend demografico in evoluzione e alla crescente necessità di mantenere l’equilibrio finanziario del sistema previdenziale.

La manovra non si limita a modificare le condizioni di accesso alla pensione, ma si inserisce in un quadro più ampio che considera anche la sostenibilità sociale del sistema. Gli esperti del settore, tra cui Tiziano Treu e Roberto Ghiselli, presidente del Civ Inps, hanno discusso della situazione attuale durante un incontro organizzato dal Patronato Acli. Questi analisi si basano su un approfondito studio, ‘Tracciare il futuro. Prospettive pensionistiche per le nuove generazioni’, realizzato dal Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Perugia e coordinato dal professor Stefano Giubboni.

Le proposte del Patronato Acli

Durante l’incontro, il presidente del Patronato Acli, Paolo Ricotti, ha presentato due proposte fondamentali per migliorare il sistema previdenziale. La prima è l’implementazione di un ‘pacchetto flessibilità’, che consentirebbe ai lavoratori di uscire dal mondo del lavoro tra i 63 e i 65 anni, a condizione di avere almeno 20 anni di contributi. Questa proposta mira a garantire stabilità e inclusività al sistema pensionistico, superando le soluzioni temporanee adottate negli ultimi anni.

La seconda proposta riguarda l’istituzione di una pensione minima di garanzia all’interno del sistema contributivo. Questo intervento è volto a prevenire situazioni di grave disagio economico, garantendo che anche i lavoratori con contributi limitati possano accedere a una pensione dignitosa.

Le sfide future del sistema previdenziale

Le modifiche introdotte dalla legge di Bilancio 2026 devono essere interpretate alla luce della salute attuale del sistema previdenziale e delle necessarie correzioni per garantire una maggiore flessibilità. Gli esperti concordano sul fatto che l’attuale sistema, prevalentemente contributivo, presenta delle distorsioni che necessitano di interventi correttivi. È essenziale trovare soluzioni che assicurino prestazioni adeguate nel lungo termine, mantenendo al contempo la solidarietà e l’equità tra le generazioni.

Le riforme nel mercato del lavoro sono cruciali per affrontare le problematiche legate al lavoro povero e alle difficoltà del settore. Le proposte in ambito previdenziale, come la pensione contributiva di garanzia e un maggiore ricorso alla fiscalità generale, sono passi necessari per garantire un futuro sostenibile per il sistema previdenziale italiano.

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