Il 21 novembre 2025, Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui conti dell’Università Cattolica, ha espresso un parere negativo sulla proposta di cedere la quota italiana del fondo salva-Stati, il Meccanismo europeo di stabilità (Mes). Durante un’intervista, Cottarelli ha sottolineato che tale operazione è tecnicamente impraticabile e non potrebbe garantire le coperture necessarie per i tagli fiscali previsti dalla manovra in discussione.
Le proposte della manovra
L’attuale manovra economica, che include oltre 400 emendamenti, presenta una varietà di misure fiscali, tra cui il taglio del canone Rai e la reintroduzione di condoni edilizi. Tra i punti salienti, il gruppo della Lega ha proposto di ridurre il canone Rai da 90 a 70 euro a partire dal 2026. Un emendamento di Forza Italia prevede un voucher fino a 1.500 euro per le famiglie con un Isee inferiore a 30mila euro che scelgono scuole private. Inoltre, la Lega ha suggerito che i Comuni possano estendere l’esenzione dell’Imu alle scuole paritarie.
Alcuni emendamenti presentati da Fratelli d’Italia mirano a riaprire la stagione dei condoni edilizi. Una proposta prevede che i Comuni abbiano tempo fino al 31 marzo 2026 per elaborare le domande relative ai condoni del 1985, 1994 e 2003. Ulteriori emendamenti cercano di riattivare il condono del 2003, principalmente per la Campania, che in passato non aderì a tale misura.
Le difficoltà del Mes
La questione della partecipazione italiana al Mes è centrale nel dibattito politico attuale. La proposta di cessione, secondo Cottarelli, non solo è impraticabile, ma non garantirebbe le coperture strutturali necessarie per i tagli fiscali. L’economista ha affermato che la vendita di un’attività finanziaria non riduce l’indebitamento netto e non può essere usata come una forma di finanziamento per le manovre fiscali.
Carlo Altomonte, professore associato all’Università Bocconi, ha confermato l’opinione di Cottarelli, aggiungendo che la cessione della partecipazione al Mes sarebbe possibile solo se l’Italia decidesse di uscire formalmente da un’istituzione internazionale, il che richiederebbe un voto parlamentare specifico. Tale decisione comporterebbe gravi conseguenze politiche e una percezione negativa del Paese sia a livello internazionale che nei mercati.
Le proposte di modifica alla manovra economica continuano a suscitare dibattiti accesi tra le forze politiche, mentre la maggioranza cerca di trovare una soluzione che possa soddisfare le esigenze fiscali senza compromettere la stabilità economica del Paese. La situazione rimane in evoluzione e si attende di vedere come si svilupperanno le discussioni nei prossimi giorni.
