Il vicepremier Antonio Tajani si è recato a Bruxelles il 5 febbraio 2025, in occasione del Consiglio Affari esteri dell’Unione Europea, per discutere della situazione in Ucraina e del ruolo dell’Europa nei negoziati di pace. Le sue dichiarazioni sono arrivate in un contesto di tensione politica interna, scaturita da alcune affermazioni fatte da Francesco Saverio Garofani, segretario del Consiglio supremo di Difesa, durante una cena. Le parole di Garofani hanno sollevato interrogativi e richieste di chiarimento, culminando in un colloquio tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Tajani ha risposto con fermezza alle domande riguardanti la crisi politica, affermando che non vi era alcun conflitto con il presidente della Repubblica, sottolineando il rispetto per il suo ruolo neutrale. Ha spiegato che la questione era legata a dichiarazioni di Garofani e che l’incontro tra Meloni e Mattarella ha contribuito a risolvere la situazione. Il vicepremier ha negato che ci siano state tensioni durante la riunione del Consiglio supremo di Difesa, affermando che c’era un’unità di intenti riguardo al sostegno all’Ucraina.
Ruolo dell’Europa nei negoziati di pace
Tajani ha sottolineato l’importanza della partecipazione dell’Europa nelle trattative per la pace in Ucraina. Ha commentato le voci su un presunto piano russo-americano che imporrebbe condizioni severe all’Ucraina, affermando che tali indiscrezioni devono essere analizzate con attenzione una volta presentate ufficialmente. Secondo Tajani, l’Europa deve avere un ruolo attivo nella mediazione, soprattutto considerando che le sanzioni imposte alla Russia sono state decise a livello europeo. Ha affermato che, per ritirare le sanzioni, è necessaria una collaborazione tra i membri dell’Unione Europea.
Il vicepremier ha ribadito che l’obiettivo finale è la pace e che, quando sarà possibile, tutte le parti dovranno sedersi attorno a un tavolo per negoziare. Ha ricordato che l’Ucraina non è solo un confine geografico, ma rappresenta anche una questione di sicurezza per l’Europa. Se l’Ucraina dovesse cadere, i rischi per il continente aumenterebbero notevolmente. Tajani ha affermato che non esiste una guerra dichiarata con la Russia, ma ha evidenziato la necessità di sostenere l’Ucraina, che è stata aggredita.
Utilizzo dei beni congelati della Russia
In merito al sostegno all’Ucraina, Tajani ha espresso la posizione dell’Italia riguardo all’uso dei beni congelati della Banca centrale russa per finanziare un prestito dell’Unione Europea destinato a sostenere il Paese. Ha sottolineato l’importanza di trovare una base giuridica adeguata per evitare che questa misura possa avere ripercussioni negative sulla stabilità finanziaria dell’Eurozona. Il vicepremier ha affermato che è fondamentale stabilire come procedere in modo legale e sicuro.
Tajani ha insistito sulla necessità di un’analisi legale approfondita da parte dei giuristi, in collaborazione con la Banca centrale europea. Ha ribadito che l’Italia è favorevole all’uso di tali beni per sostenere l’Ucraina, ma ha messo in guardia contro possibili errori che potrebbero trasformarsi in un “boomerang”. Il vicepremier ha confermato l’impegno dell’Italia nel fornire un nuovo pacchetto di aiuti militari, assicurando che saranno inviate le armi necessarie.
Impegno dell’Italia nel Medio Oriente
Tajani ha anche parlato dell’impegno dell’Italia nel Medio Oriente, in particolare riguardo all’addestramento della polizia palestinese. Il vicepremier ha proposto di estendere la formazione anche al personale della Striscia di Gaza, con la possibilità di svolgere i corsi in un Paese terzo, come Giordania o Egitto. Ha evidenziato che l’Italia è pronta a svolgere un ruolo attivo nella ricostruzione della regione.
Il vicepremier ha comunicato di aver discusso con il ministro degli Esteri egiziano riguardo a una conferenza che si terrà al Cairo il mese prossimo, in cui si parlerà anche della formazione della polizia palestinese. Tajani ha confermato che i carabinieri italiani sono già impegnati nell’addestramento della polizia in Cisgiordania e sono pronti a estendere questo supporto anche alla Striscia di Gaza, dimostrando così l’impegno dell’Italia per la stabilità e la sicurezza nella regione.
