Il professor Francesco Moscone, docente presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e la Brunel University di Londra, ha recentemente partecipato a un’audizione al Parlamento europeo, tenutasi il 10 gennaio 2025, riguardante la revisione della Direttiva Ue sulla tassazione dei prodotti del tabacco. Durante il suo intervento, Moscone ha messo in evidenza come un significativo innalzamento dei prezzi per i prodotti a base di tabacco possa indurre i consumatori a rivolgersi a opzioni illecite anziché abbandonare il fumo. Questa affermazione è stata fatta in relazione alla proposta della Commissione europea di modificare le normative fiscali riguardanti il tabacco.
Impatto delle accise sui diversi Stati membri
Il professor Moscone ha anche messo in luce come un aumento uniforme delle accise da parte dell’Unione europea influisca in modo diverso sui vari Stati membri, a causa delle loro differenti condizioni macroeconomiche. Un’aliquota minima unica presuppone una parità di reddito e di capacità di assorbire le variazioni di prezzo che non esiste nella realtà. Ad esempio, il PIL pro capite della Bulgaria è otto volte inferiore a quello del Lussemburgo. Pertanto, un aumento fiscale applicato uniformemente potrebbe gravare maggiormente sulle regioni a basso reddito, poiché tale aumento incide in modo più significativo sul reddito delle famiglie.
Moscone ha avvertito che la revisione proposta dalla Commissione riconosce le differenze di reddito, ma non le affronta in modo adeguato. La proposta di adeguare i livelli minimi di accisa per riflettere il potere d’acquisto è un passo avanti, ma le componenti di parità di potere d’acquisto dovrebbero essere più elevate per garantire un’armonizzazione reale del mercato. Ignorare queste differenze potrebbe portare a una situazione in cui gli Stati membri perdono entrate fiscali, i consumatori continuano a fumare utilizzando prodotti non regolamentati e le reti criminali beneficiano di un nuovo flusso di guadagni.
Considerazioni sull’inflazione e sulla ripresa economica
Durante l’audizione, Moscone ha esaminato anche gli effetti sistemici della proposta della Commissione. Secondo la valutazione d’impatto, l’adeguamento delle accise potrebbe generare un incremento dell’inflazione nell’Unione europea di circa lo 0,55%. Questo aumento non è da sottovalutare, in quanto un’inflazione elevata può frenare i consumi, specialmente in un contesto di rallentamento economico. L’inflazione influisce anche sulla spesa pubblica, aggravando i costi per finanziare il debito. Negli ultimi anni, l’Unione ha registrato tassi di inflazione ai massimi storici, e sebbene le previsioni indichino un lento miglioramento, il cammino rimane fragile. Un incremento dello 0,55% potrebbe avere ripercussioni negative sulla ripresa economica.
Moscone ha sottolineato che l’impatto immediato di tale aumento sarebbe una riduzione del potere d’acquisto delle famiglie, poiché l’innalzamento del costo della vita supererebbe i salari, portando a una diminuzione del reddito reale. Tale scenario potrebbe innescare una contrazione della spesa e aumentare l’incertezza economica. Inoltre, le azioni della Banca centrale europea potrebbero limitare ulteriormente la domanda. A livello di conti pubblici, considerando il debito pubblico dell’Unione di circa 15 mila miliardi di euro, l’aumento dell’inflazione previsto dalla Commissione porterebbe a un incremento dei pagamenti degli interessi governativi tra i 12 e i 16 miliardi di euro, annullando potenzialmente i guadagni di entrate attesi.
Proporzionalità delle accise ai rischi dei prodotti
Moscone ha suggerito che, nella revisione della Direttiva sulla tassazione, si dovrebbe considerare una tassazione proporzionale al rischio piuttosto che applicare aliquote fiscali uniformi a tutti i prodotti del tabacco e della nicotina. Ha evidenziato come i nuovi prodotti a base di nicotina, come il tabacco riscaldato e le sigarette elettroniche, siano considerati meno dannosi e comportino diversi livelli di rischio per la salute. Quando utilizzati come alternative, possono contribuire a ridurre il danno. Queste affermazioni sono supportate da istituzioni di ricerca scientifica indipendenti, come il Bfr tedesco e il Comitato britannico sulla tossicità, che confermano che i prodotti a base di nicotina più recenti sono meno tossici rispetto alle sigarette tradizionali.
Risparmi economici per l’Italia
Infine, Moscone ha presentato i risultati di una sua ricerca, sottoposta a peer review, che evidenzia come un eventuale passaggio di metà dei fumatori italiani a prodotti a rischio ridotto, come il tabacco riscaldato e le sigarette elettroniche, potrebbe generare un risparmio di circa 700 milioni di euro all’anno in costi diretti. I risparmi indiretti potrebbero essere ancora più significativi. L’approccio attuale dell’esecutivo europeo, secondo il professore, non si allinea con le evidenze scientifiche e non rispecchia le modalità con cui l’Unione gestisce altri settori. In diverse aree, l’Unione applica una tassazione proporzionale al rischio, come nel caso degli alcolici e delle beverage zuccherate. Moscone ha concluso evidenziando che un trattamento fiscale uniforme per prodotti con rischi diseguali elimina gli incentivi per i fumatori a passare a opzioni meno dannose, generando costi sanitari evitabili.
