Un bilancio tragico emerge dai recenti eventi di guerra in Gaza, dove i raid aerei israeliani hanno causato almeno 24 vittime, secondo quanto riportato dai media palestinesi. Gli attacchi, avvenuti il 19 novembre 2025, si sono concentrati sulla Striscia di Gaza, in risposta a un presunto fuoco di miliziani di Hamas contro le forze israeliane a Khan Younis, nel sud dell’area.
Raid aerei e conseguenze umane
Il conflitto ha visto un’intensificazione delle operazioni militari israeliane, le quali sono state giustificate dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF) come necessarie per colpire obiettivi legati a Hamas. Tuttavia, la situazione è stata descritta come una “pericolosa escalation” da parte di Hamas, che ha denunciato gli attacchi aerei come un tentativo di perpetuare un genocidio contro il popolo palestinese. La dichiarazione del gruppo militante evidenzia come tali attacchi possano mettere a repentaglio il fragile cessate il fuoco attualmente in vigore.
In aggiunta ai raid su Gaza, le IDF hanno anche colpito infrastrutture di Hezbollah nel Libano meridionale. L’esercito israeliano ha comunicato che tali operazioni sono state effettuate dopo aver emesso avvisi di evacuazione per la popolazione civile. Questo aumento delle tensioni militari in entrambe le aree evidenzia un contesto di instabilità crescente, dove le conseguenze umane sono drammatiche e in continuo aumento.
Visita di Netanyahu alle truppe in Siria
Il 19 novembre 2025, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha visitato le truppe israeliane dislocate in territorio siriano, oltre la linea di demarcazione tra i due Paesi. Durante la visita, Netanyahu ha sottolineato l’importanza strategica della presenza militare israeliana nella zona cuscinetto in Siria. In un video diffuso dal suo ufficio, ha dichiarato che la capacità offensiva e difensiva delle forze israeliane è fondamentale per proteggere non solo Israele, ma anche gli alleati drusi nella regione.
Netanyahu ha espresso la sua fiducia nel fatto che la missione delle forze israeliane possa continuare a svilupparsi, affermando che il loro operato è cruciale per la sicurezza del confine settentrionale di Israele, in particolare in relazione alle Alture del Golan. Questa visita rappresenta un chiaro segnale della determinazione di Israele a mantenere una presenza militare attiva nella regione, in un momento di crescente tensione e conflitto.
La situazione attuale in Medio Oriente continua a essere caratterizzata da un ciclo di violenza e ritorsioni, con conseguenze devastanti per la popolazione civile. La comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione, mentre le speranze di una risoluzione pacifica sembrano sempre più lontane.
