Questa mattina, il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma ha ospitato la presentazione del dossier della candidatura di Tarquinia e della rete dei Comuni della DMO (Destination Management Organization) Etruskey per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2028. L’evento si è svolto durante il convegno intitolato “La cultura è volo”, segnando un passo significativo in un progetto avviato nel 2022. La DMO Etruskey, ente del Terzo Settore, ha unito nel corso degli anni soggetti pubblici e privati con l’intento di valorizzare il patrimonio culturale etrusco, puntando a rafforzare l’identità locale e promuovere uno sviluppo sostenibile.
La rete di comuni coinvolti nella candidatura
Il comune di Tarquinia, che riveste il ruolo di capofila, è affiancato da altri undici comuni: Allumiere, Barbarano Romano, Blera, Canale Monterano, Cerveteri, Civitavecchia, Ladispoli, Montalto di Castro, Monte Romano, Santa Marinella e Tolfa. La DMO Etruskey ha coordinato il dossier, fungendo da motore della candidatura e rendendola unica nel panorama nazionale. Durante la presentazione, il sindaco di Tarquinia, Francesco Sposetti, e la presidente della DMO, Letizia Casuccio, hanno evidenziato l’importanza della collaborazione tra istituzioni e comunità locali. Hanno partecipato anche figure di spicco come Luana Toniolo, direttrice del Museo Nazionale Etrusco, e altri rappresentanti del settore culturale e archeologico. La candidatura è stata formalmente depositata al Ministero della Cultura il 25 settembre 2025.
Obiettivi e strategie del dossier
Il dossier, intitolato “La cultura è volo”, propone una visione condivisa per il territorio, puntando a restituire centralità a una zona ricca di storia e cultura. Sposetti e Casuccio hanno sottolineato che il progetto mira a creare un modello virtuoso di sviluppo culturale, capace di generare alleanze e attivare una governance solida. Nelle sue 60 pagine, il dossier delinea quattro direttrici strategiche in linea con gli obiettivi Unesco per il 2030, che includono lo sviluppo sostenibile, l’inclusione sociale, la rigenerazione urbana e l’educazione al patrimonio culturale.
La candidatura si basa sul concetto di “Capitale della Cultura Diffusa”, promuovendo eventi e progetti in tutti i comuni coinvolti, affinché ognuno possa contribuire a un impatto culturale e sociale omogeneo. Il programma culturale per il 2028 si articolerà in quattro cluster tematici: Scene in movimento, Trame di sapere, Orizzonti che camminano e Tradizioni narranti. Tra le iniziative previste figurano mostre, spettacoli teatrali, festival gastronomici e contest per produzioni audiovisive, tutti volti a valorizzare la cultura etrusca e il territorio.
Iniziative e collaborazioni per il 2028
Il programma include esperienze outdoor come il Cammino degli Etruschi, un itinerario di 154 km, e la Lazio Blue Route, un percorso di turismo lento lungo il litorale laziale. Le collaborazioni con università, enti culturali e associazioni locali sono numerose e variegate. Il monitoraggio delle attività sarà gestito da Federculture. La candidatura è sostenuta da testimonial di rilievo, tra cui il regista Marco Bellocchio e il critico Marco Müller, che contribuiscono a dare visibilità e credibilità al progetto.
Con la presentazione del dossier, si è aperta la seconda fase della selezione, che culminerà il 18 dicembre 2025 con l’individuazione dei progetti finalisti. A marzo, i comuni selezionati presenteranno il loro progetto davanti alla giuria ministeriale, che decreterà la città vincitrice del titolo di Capitale Italiana della Cultura 2028. Il dossier sarà inoltre presentato in un tour nei vari comuni della rete, rafforzando il senso di comunità e la visione condivisa di una cultura come volano di sviluppo.
