Il 17 novembre 2025, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato il piano di pace proposto da Donald Trump per la Striscia di Gaza, un’iniziativa che prevede il dispiegamento di una forza internazionale nella regione. La votazione ha visto tredici membri del Consiglio esprimere il proprio sostegno, mentre Russia e Cina hanno scelto di astenersi. L’ambasciatore statunitense alle Nazioni Unite, Mike Waltz, ha definito questo voto “storico e costruttivo”, evidenziando l’importanza di un approccio multilaterale alla crisi in corso.
Dettagli del piano di pace di Trump
Il piano approvato dal Consiglio di Sicurezza è stato oggetto di numerosi dibattiti e modifiche prima di arrivare alla sua forma definitiva. In particolare, il piano ha portato all’implementazione di un cessate il fuoco tra Israele e Hamas, entrato in vigore il 10 ottobre 2025. La bozza del piano prevede l’istituzione di una Forza di stabilizzazione internazionale (Isf), che avrà il compito di lavorare in sinergia con Israele, Egitto e le forze di polizia palestinesi recentemente addestrate. L’obiettivo principale di questa forza sarà garantire la sicurezza delle aree di confine e promuovere la smilitarizzazione della Striscia di Gaza.
L’Isf avrà anche la responsabilità di gestire il “disarmo permanente dei gruppi armati non statali”, di proteggere i civili e di garantire la sicurezza dei corridoi umanitari. Gli Stati Uniti, insieme a diverse nazioni arabe e musulmane come Egitto, Arabia Saudita e Turchia, avevano sollecitato l’adozione rapida della risoluzione, sottolineando l’urgenza di una soluzione pacifica alla crisi.
Reazioni da Hamas
In risposta all’approvazione della risoluzione, Hamas ha immediatamente espresso il proprio dissenso, dichiarando che il piano non rispetta i diritti e le richieste del popolo palestinese. Il gruppo ha denunciato la proposta come un tentativo di imporre un’amministrazione fiduciaria internazionale sulla Striscia di Gaza, un’azione che secondo loro è inaccettabile. Secondo quanto riportato dal Times of Israel, Hamas ha affermato che l’assegnazione di compiti alla forza internazionale, incluso il disarmo della resistenza, compromette la sua neutralità , trasformandola in un attore schierato a favore dell’occupazione.
Hamas ha ribadito che resistere all’occupazione è un diritto legittimo e ha avvertito che la forza internazionale non potrà svolgere un ruolo costruttivo nella regione se non rispetta le aspirazioni e i diritti dei palestinesi. La tensione rimane alta, mentre il futuro della Striscia di Gaza continua a essere incerto.
Il piano di pace di Trump, quindi, si trova ad affrontare una sfida significativa, non solo per le reazioni di Hamas, ma anche per le dinamiche geopolitiche che coinvolgono attori regionali e internazionali. La situazione richiederà un attento monitoraggio nei prossimi mesi, con la speranza che si possa giungere a una stabilizzazione duratura nella regione.
