Israele: “Il controllo delle aree strategiche resta nelle mani dell’Idf”

Marianna Ritini

Novembre 16, 2025

Il 16 novembre 2025, i ministri israeliani Gideon Sa’ar e Israel Katz hanno espresso posizioni ferme in vista del voto previsto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite riguardante una risoluzione sul piano di Donald Trump per la Striscia di Gaza. Le dichiarazioni, rilasciate tramite il social network X, evidenziano la determinazione di Israele a non tollerare la creazione di uno stato palestinese, che secondo Sa’ar sarebbe un “stato del terrore” troppo vicino ai centri abitati israeliani.

Le dichiarazioni dei ministri

Gideon Sa’ar, ministro degli Esteri, ha sottolineato la necessità di mantenere la sicurezza di Israele, affermando che “Israele non accetterà la creazione di uno stato del terrore palestinese nel cuore della terra di Israele“. Questa affermazione arriva in un momento cruciale, con il voto imminente al Consiglio di Sicurezza, dove si discuterà il piano proposto dall’ex presidente americano Donald Trump per la Striscia di Gaza. Le sue parole mirano a rassicurare i cittadini israeliani sulla posizione del governo riguardo alla sicurezza nazionale.

Dall’altra parte, il ministro della Difesa, Israel Katz, ha ribadito che la politica di Israele è chiara: “non ci sarà uno stato palestinese”. Katz ha confermato che le Forze di Difesa Israeliane (IDF) continueranno a operare nelle aree strategiche, come il Monte Hermon e la cosiddetta “zona di sicurezza”. Ha inoltre affermato che “Gaza sarà smilitarizzata fino all’ultimo tunnel”, evidenziando l’importanza del disarmo di Hamas come parte della strategia di sicurezza israeliana.

Il contesto del voto al Consiglio di Sicurezza

Il voto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, previsto per lunedì, rappresenta un momento cruciale per le relazioni internazionali riguardanti il conflitto israelo-palestinese. La proposta di risoluzione in discussione potrebbe influenzare significativamente il futuro della Striscia di Gaza e le dinamiche regionali. Le tensioni tra Israele e Palestina rimangono elevate, e le dichiarazioni dei ministri israeliani sembrano riflettere una strategia volta a mantenere il controllo su territori considerati vitali per la sicurezza nazionale.

La posizione di Israele è supportata da una parte della comunità internazionale, ma suscita anche critiche e preoccupazioni per le conseguenze umanitarie che una tale politica potrebbe avere sulla popolazione palestinese. In questo contesto, il voto all’ONU rappresenta non solo una questione politica, ma anche una questione di diritti umani e stabilità regionale.

Le reazioni internazionali

Le affermazioni dei ministri israeliani sono state accolte con interesse e preoccupazione da vari attori internazionali. Alcuni paesi sostengono il diritto di Israele alla sicurezza, mentre altri criticano la posizione di Tel Aviv, ritenendo che possa ostacolare il processo di pace. La comunità internazionale osserva attentamente gli sviluppi, consapevole che le decisioni prese al Consiglio di Sicurezza potrebbero avere ripercussioni significative sulla situazione nella regione.

Le dichiarazioni di Sa’ar e Katz, insieme al voto imminente, pongono interrogativi sul futuro della Striscia di Gaza e sulle possibilità di un accordo duraturo tra israeliani e palestinesi. La tensione continua a crescere, rendendo il contesto geopolitico sempre più complesso e delicato.

×