Il 16 novembre 2025, il presidente della Russia, Vladimir Putin, ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. L’incontro, come riportato dal ministero degli Esteri di Mosca, ha riguardato un “approfondito scambio di opinioni sulla situazione in Medio Oriente“. Tra i temi trattati, si sono evidenziati gli sviluppi recenti nella Striscia di Gaza, il cessate il fuoco in corso, lo scambio di prigionieri e la questione del programma nucleare iraniano, oltre alla necessità di stabilizzare ulteriormente la Siria.
Dettagli del colloquio tra Putin e Netanyahu
Il colloquio telefonico è stato confermato dall’ufficio di Netanyahu, il quale ha specificato che l’incontro è avvenuto su “iniziativa del presidente Putin“. Si è inserito in una serie di conversazioni precedenti tra i due leader, focalizzandosi su questioni regionali di rilevanza. Questo scambio di opinioni si inserisce in un contesto diplomatico complesso, dove le tensioni in Medio Oriente continuano a essere elevate.
Nel frattempo, la Russia ha presentato all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite una bozza di risoluzione riguardante la situazione a Gaza, in contrapposizione alla proposta degli Stati Uniti, che si basa sul piano di pace elaborato dall’ex presidente Donald Trump. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si prepara a votare lunedì su questa proposta statunitense, che prevede la creazione di un “comitato per la pace” presieduto dal presidente americano e l’invio di una forza internazionale di stabilizzazione.
Situazione a Gaza e le restrizioni agli aiuti
La situazione a Gaza rimane critica, con le forze israeliane che continuano a lavorare con Jared Kushner, genero di Donald Trump, per elaborare un piano d’emergenza nel caso di un’escalation dei combattimenti. Secondo fonti israeliane, la transizione verso la seconda fase del piano Trump è attualmente bloccata a causa di divergenze riguardanti la forza internazionale da inviare nella regione e il disarmo di Hamas.
Natalie Boucly, vicecommissario generale dell’UNRWA, ha denunciato che Israele sta violando il diritto internazionale imponendo restrizioni ai flussi di aiuti verso Gaza, dove la popolazione affronta gravi carenze alimentari e di beni di prima necessità . Durante una visita a Bruxelles, Boucly ha sollecitato una maggiore pressione da parte della comunità internazionale, compresi l’Unione Europea e gli Stati Uniti, per garantire un flusso illimitato di aiuti verso Gaza.
L’UNRWA ha a disposizione scorte sufficienti per riempire circa 6.000 camion, ma queste rimangono bloccate in Giordania ed Egitto. Boucly ha sottolineato che è fondamentale che questi aiuti vengano consegnati senza indugi, specialmente con l’arrivo dell’inverno e l’aggravarsi della crisi alimentare. Secondo le stime, solo una frazione dei camion necessari riesce ad entrare nella Striscia di Gaza, evidenziando la grave crisi umanitaria in corso.
Le implicazioni internazionali e le reazioni
Le tensioni tra Israele e Gaza, insieme alle recenti iniziative diplomatiche, pongono interrogativi sulle future dynamics di stabilità nella regione. La comunità internazionale sta osservando attentamente gli sviluppi, con il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che gioca un ruolo cruciale nel tentativo di trovare soluzioni a lungo termine. L’approccio degli Stati Uniti e della Russia, due attori chiave nella geopolitica mediorientale, potrebbe influenzare profondamente il futuro della pace e della sicurezza nella regione.
Mentre le discussioni continuano, il destino di milioni di palestinesi a Gaza resta appeso a un filo, con la speranza che le trattative possano portare a un miglioramento delle condizioni di vita e a una risoluzione duratura del conflitto.
