L’amministrazione degli Stati Uniti ha recentemente annunciato che alcuni prodotti agricoli non saranno soggetti ai dazi “reciproci” imposti nel 2025. Il presidente Donald Trump ha confermato che non ci saranno tariffe aggiuntive sulla pasta italiana, un tema che ha suscitato interesse e preoccupazione tra i produttori italiani.
Il 14 novembre 2025, il presidente Trump ha firmato un ordine esecutivo per ridurre i dazi su diverse importazioni agricole, tra cui carne bovina, banane, caffè e pomodori. Questa decisione è stata presa in risposta alle crescenti pressioni degli elettori, che si trovano ad affrontare un aumento del costo della vita. L’amministrazione ha valutato la capacità produttiva interna degli Stati Uniti e ha deciso di esentare alcuni beni dai dazi imposti per contrastare pratiche commerciali ritenute sleali. Tuttavia, i dazi già in vigore su altri prodotti continueranno a essere applicati.
Nel suo ordine, Trump ha specificato che alcuni beni agricoli, come il caffè e le banane, non dovrebbero essere soggetti ai dazi reciproci introdotti ad aprile, poiché gli Stati Uniti non sono in grado di coltivarli in quantità sufficiente. L’attenzione si è concentrata anche sul prezzo della carne bovina, che ha raggiunto livelli record nel Paese.
Nessuna tariffa aggiuntiva su pasta italiana, solo indagine antidumping
Il viceportavoce della Casa Bianca, Kush Desai, ha chiarito in un’intervista a Sky Tg24 che non è stata avviata alcuna azione contro i produttori italiani di pasta. Desai ha sottolineato che esiste un’indagine antidumping sulla pasta italiana attiva dal 1996, con revisioni annuali che vengono effettuate su richiesta delle parti coinvolte. Recentemente, il Dipartimento del Commercio ha richiesto informazioni ai produttori italiani per calcolare il dazio appropriato.
Secondo Desai, molte aziende non hanno fornito i dati richiesti, il che ha portato a una valutazione preliminare di un dazio del 92%, che si aggiunge a una tariffa del 15%, portando a un totale del 107%. Tuttavia, le aziende hanno tempo fino a gennaio per presentare i dati e modificare questa valutazione. Desai ha insistito sulla natura giuridica del processo, chiarendo che non è un’iniziativa politica dell’amministrazione Trump, ma un procedimento stabilito per legge dal Congresso.
Raggiunto accordo per ridurre tariffe a Berna al 15%
In un altro sviluppo, il governo statunitense ha raggiunto un accordo con la Svizzera per ridurre i dazi doganali sui prodotti elvetici dal 39% al 15%. Jamieson Greer, rappresentante degli Stati Uniti per il Commercio, ha confermato l’accordo, definito dal Consiglio federale svizzero come “una soluzione trovata insieme”. L’accordo è stato accolto con favore, e il governo svizzero ha espresso gratitudine al presidente Trump per il suo impegno costruttivo nelle trattative.
Questi sviluppi nel commercio internazionale evidenziano le dinamiche complesse tra gli Stati Uniti e i partner commerciali, in un contesto di crescente attenzione alle politiche tariffarie e alle pratiche commerciali globali.
