Nei giorni scorsi, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha emesso una sentenza riguardante la direttiva sul salario minimo, in seguito a un ricorso presentato dalla Danimarca per annullarne l’applicazione. Questo evento ha riacceso il dibattito su come si gestisce il salario minimo nei vari Paesi europei. Secondo un’analisi condotta dallo studio legale Daverio&Florio, specializzato in diritto del lavoro e previdenza sociale, il salario minimo è presente in quasi tutti i Paesi dell’Unione, ad eccezione di Italia, Danimarca, Austria, Finlandia e Svezia, con significative variazioni in termini di valori e modalità di applicazione.
Il contesto europeo del salario minimo
In Europa, il salario minimo ha una storia e una gestione diverse a seconda del Paese. In Francia e Spagna, ad esempio, il salario minimo è stato introdotto rispettivamente nel 1950 e nel 1963. Attualmente, i valori più elevati si riscontrano in Lussemburgo, dove il salario minimo mensile è di 2.704 euro, e in Germania, con 2.161 euro. Negli ultimi anni, nazioni come Spagna, Olanda, Belgio e Irlanda hanno incrementato i loro salari minimi, mentre Svezia e Danimarca, insieme all’Italia, seguono un approccio basato sulla contrattazione collettiva dei sindacati.
L’analisi paese per paese
Analizzando i vari Paesi, in Germania il salario minimo è stato introdotto nel 2015 e ha visto un incremento costante, raggiungendo i 2.161 euro lordi mensili, applicabile a tutti i dipendenti, con alcune eccezioni. In Belgio, il reddito minimo mensile medio garantito (Gammi), attivo dal 1975, è attualmente di 2.112 euro lordi, applicabile ai lavoratori a tempo pieno dai 18 anni in su.
L’Olanda, che ha un sistema di salario minimo in vigore dal 1969, attualmente offre 2.246 euro lordi mensili, con un aumento del 16% negli ultimi due anni. Qui, il salario minimo è progressivo in base all’età fino ai 21 anni e dal 2024 è stato introdotto un salario minimo orario per garantire maggiore equità .
In Irlanda, il salario minimo nazionale, stabilito dal National Minimum Wage Act 2000, è di 2.282 euro lordi al mese, ma sarà sostituito da un salario di sussistenza a partire dal 2026, basato sul 60% del salario mediano. Questo cambiamento interesserà lavoratori a tempo pieno, part-time, temporanei e stagionali di età superiore ai 20 anni, con aliquote diverse per i più giovani.
In Spagna, il salario minimo (Smi) è stato introdotto nel 1963 e attualmente ammonta a 1.381 euro al mese lordi, con valori inferiori per i lavoratori temporanei e domestici. Infine, la Francia, che ha uno dei primi sistemi di salario minimo attivi dal 1950, prevede un salario minimo di crescita interprofessionale (Smic) di 1.802 euro lordi mensili, rivisto in base all’andamento dei prezzi e del salario medio, applicabile a tutti i dipendenti di almeno 18 anni.
