Il 14 novembre 2025, il Tribunale del Riesame di Brescia ha ospitato una nuova udienza per l’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, accusato di corruzione in atti giudiziari nel noto caso di Garlasco. Venditti è sospettato di aver agevolato, nel 2017, l’archiviazione di Andrea Sempio, attualmente nuovamente indagato per l’omicidio di Chiara Poggi. Durante l’udienza, Venditti, accompagnato dal suo avvocato Domenico Aiello, ha scelto di non rilasciare dichiarazioni spontanee.
Il secondo round al riesame
Il secondo tentativo di accedere ai dispositivi elettronici dell’ex magistrato è avvenuto in un contesto di attesa per le motivazioni del primo Riesame, le cui decisioni sono attese per il prossimo lunedì. La Procura di Brescia ha presentato una richiesta di sequestro dei dispositivi, sostenendo che all’interno del cellulare di Venditti potrebbero trovarsi elementi cruciali per dimostrare la sua colpevolezza. Tuttavia, gli inquirenti non sono stati in grado di fornire parole chiave specifiche per la ricerca di eventuali prove di corruzione. La Procura ha sottolineato la necessità di indagare a fondo sui rapporti tra gli inquirenti e la famiglia Sempio, compreso il presunto versamento di denaro agli inquirenti tramite terzi.
Nella richiesta di accesso a 11 anni di comunicazioni, quali email e messaggi, si evidenzia l’importanza di acquisire anche chat che potrebbero essere state cancellate, considerando l’ampio interesse mediatico suscitato dall’indagine, riaperta 18 anni dopo il delitto di Chiara Poggi. La sentenza della Cassazione, che ha riconosciuto Alberto Stasi come unico assassino, risale a dieci anni fa e ha sollevato ulteriori interrogativi sull’operato degli inquirenti.
Venditti: “Accanimento fondato sul nulla”
Al termine dell’udienza, Mario Venditti ha espresso il suo disappunto per quello che ha definito un “accanimento fondato sul nulla”. Il suo avvocato, Domenico Aiello, ha richiesto la restituzione dei dispositivi informatici sequestrati il 26 settembre, sottolineando l’assenza del pubblico ministero in aula come un segnale di disinteresse e mancanza di responsabilità . Venditti ha affermato di sentirsi frustrato dalla situazione, mantenendo però la sua convinzione di essere estraneo alle accuse.
L’udienza si è svolta dopo le audizioni di tre ex avvocati di Sempio, che hanno confermato di aver ricevuto compensi in nero dalla famiglia Sempio per l’incarico che ha portato all’archiviazione del caso nel 2017. Aiello ha definito inaccettabile l’atteggiamento della Procura, evidenziando come la loro assenza in aula dimostri un disinteresse nei confronti delle conseguenze delle loro azioni sulla vita di Venditti. La tensione attorno a questo caso rimane alta, con l’attenzione rivolta alle prossime mosse legali e alle decisioni del Tribunale.
