Salute: due donne su tre soffrono di nausea in gravidanza fino al quinto mese

Lorenzo Di Bari

Novembre 13, 2025

Studio condotto dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo) ha rivelato che circa il 66% delle donne in gravidanza sperimenta sintomi di nausea e vomito, un fenomeno noto come Nausea e Vomito in Gravidanza (Nvp). Questa condizione può protrarsi fino al quinto mese di gestazione, influenzando negativamente il benessere fisico e psicologico delle future madri. Lo studio, denominato Purity-Extended, ha coinvolto circa 900 donne da diverse regioni italiane, fornendo una panoramica dettagliata sull’incidenza e sull’evoluzione della Nvp durante i tre trimestri di gravidanza.

Rilevanza della ricerca sulla nausea e vomito in gravidanza

Il 13 novembre 2025, i risultati dello studio Purity-Extended hanno evidenziato come la Nvp non sia un disturbo da sottovalutare. Secondo Nicola Colacurci, ex presidente di Sigo e professore di Ginecologia e Ostetricia all’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, il 70% delle donne in gravidanza soffre di nausea e vomito, senza differenze significative tra primipare e pluripare. Tuttavia, coloro che avevano già affrontato il disturbo in precedenti gravidanze mostrano una maggiore predisposizione a ripresentare i sintomi. La novità di questo studio è la possibilità di monitorare i sintomi lungo l’intero periodo della gravidanza, rivelando che nel 40% dei casi la Nvp persiste oltre il quinto mese, specialmente tra le donne che iniziano un trattamento efficace in ritardo.

Accesso ai trattamenti e consapevolezza del disturbo

I dati emersi dal Purity-Extended indicano che la tempistica del primo controllo ostetrico non varia in presenza di Nvp. Questo suggerisce che molte donne non riconoscono l’importanza di un consulto specialistico precoce, anche quando iniziano a manifestare sintomi. Solo il 50% delle donne con sintomi severi riceve una prescrizione per un trattamento farmacologico dopo la prima visita. La diffidenza nel prescrivere farmaci durante la gravidanza è un altro aspetto critico, poiché molte donne considerano la Nvp come un disturbo fisiologico, il che porta a una sottovalutazione della condizione e a un prolungamento della sofferenza.

Strategie di trattamento e strumenti di valutazione

I professionisti della salute, come Irene Cetin, professore di Ginecologia e Ostetricia all’Università degli Studi di Milano, sottolineano l’importanza di riconoscere la Nvp come un disturbo reale che richiede un intervento mirato. Le terapie di prima linea, come l’associazione di doxilamina e piridossina, hanno dimostrato di essere efficaci e sicure, migliorando significativamente la qualità della vita delle donne in gravidanza. Inoltre, strumenti di valutazione come il Puqe Test e l’Help Score sono stati sviluppati per misurare l’intensità dei sintomi e il loro impatto sulla vita quotidiana, consentendo una gestione più accurata delle forme gravi di Nvp.

Obiettivi futuri e impegno nella ricerca

Elsa Viora, presidente eletta di Sigo, ha dichiarato che l’obiettivo è uniformare la valutazione e la gestione della Nvp a livello nazionale, per garantire un’assistenza tempestiva e appropriata a tutte le donne. La diffusione dei risultati dello studio Purity-Extended è fondamentale per aumentare la consapevolezza riguardo alla Nvp nella comunità scientifica. Mario Mangrella, direttore medico scientifico di Italfarmaco, ha evidenziato l’impegno dell’azienda nella ricerca scientifica e nello sviluppo di soluzioni innovative per migliorare la qualità della vita delle donne in gravidanza.

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