Una ‘fabbrica di stelle’ scoperta nelle prime fasi dell’universo

Franco Fogli

Novembre 12, 2025

Un gruppo di astrofisici, tra cui alcuni ricercatori della Scuola Normale Superiore di Pisa, ha recentemente fatto una scoperta straordinaria nel campo della cosmologia. I risultati, pubblicati il 12 novembre 2025 sulla rivista “Monthly Notices” della Royal Astronomical Society, rivelano l’esistenza di una vera e propria fabbrica di stelle all’interno della galassia Y1, che si distingue per la sua intensa emissione di polvere cosmica surriscaldata. Questo fenomeno ha portato alla formazione di stelle a una velocità sorprendente, ben 180 volte superiore rispetto a quella della nostra Via Lattea.

La scoperta di Y1 e la sua importanza

Grazie ai dati raccolti dal telescopio ALMA, situato nel deserto di Atacama in Cile, gli scienziati hanno potuto osservare come la galassia Y1, a soli 600 milioni di anni dopo il Big Bang, stia generando stelle con un tasso di crescita notevolmente più elevato rispetto a quello che si osserva nell’universo attuale. Questo studio ha confermato l’ipotesi che le galassie primordiali avessero un’attività di formazione stellare molto più intensa, suggerendo che l’universo in quel periodo era caratterizzato da condizioni drasticamente diverse.

Il team di ricerca, guidato da Tom Bakx della Chalmers University of Technology, ha analizzato la temperatura della polvere all’interno di Y1, scoprendo che brillava a circa 90 gradi Kelvin, corrispondenti a -180 gradi Celsius. Questo valore, sebbene molto freddo rispetto alla polvere terrestre, è significativamente più alto rispetto ad altre galassie primordiali studiate. La scoperta di Y1 non solo amplia la nostra comprensione della formazione stellare, ma suggerisce anche che simili fabbriche di stelle potrebbero essere comuni nell’universo primordiale.

Le implicazioni della scoperta

Andrea Ferrara e Stefano Carniani, due dei cosmologi coinvolti nello studio, hanno sottolineato come la formazione delle prime generazioni di stelle avvenisse in condizioni molto diverse rispetto a quelle attuali. Le stelle simili al nostro Sole si formano in enormi nubi di gas, come quelle della Nebulosa di Orione, che brillano grazie a minuscoli granelli di polvere cosmica riscaldati dalla luce stellare. Queste osservazioni offrono una nuova prospettiva su come le galassie primordiali potessero apparire e funzionare.

La scoperta di Y1 è particolarmente significativa anche per un altro aspetto: le galassie dell’universo primordiale sembrano contenere una quantità di polvere superiore rispetto a quanto le loro stelle avrebbero potuto produrre nel breve tempo di vita. La temperatura insolita di Y1 potrebbe rappresentare una spiegazione a questo mistero. Laura Sommovigo, astrofisica del Flatiron Institute e della Columbia University di New York, ha evidenziato come una piccola quantità di polvere calda possa apparire luminosa quanto grandi quantità di polvere fredda, un fenomeno che si osserva in Y1.

Il futuro della ricerca cosmologica

Questa scoperta non solo arricchisce il panorama della ricerca cosmologica, ma invita anche a ulteriori indagini sulle galassie primordiali. La capacità di ALMA di rilevare segnali a lunghezze d’onda specifiche ha aperto nuove strade per comprendere meglio l’evoluzione dell’universo e le sue prime fasi. Con la continua evoluzione della tecnologia telescopica e l’aumento della sensibilità degli strumenti, i ricercatori sperano di scoprire ulteriori dettagli su come le galassie, simili a Y1, abbiano plasmato il nostro universo.

La ricerca di Y1 rappresenta un passo avanti significativo nella comprensione della formazione stellare e della composizione dell’universo primordiale, gettando nuova luce su questioni che hanno affascinato gli scienziati per decenni.

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