Le recenti dichiarazioni di Matteo Salvini non sono riuscite a placare le controversie interne alla Lega riguardo al vicesegretario Roberto Vannacci. Nonostante l’invito del leader del partito a concentrarsi sul futuro piuttosto che sul passato, le posizioni di revisionismo storiografico espresse da Vannacci, che difendono implicitamente il regime fascista e le leggi razziali, hanno suscitato malcontento tra molti dirigenti del partito di Via Bellerio. In vista delle elezioni, Salvini ha impartito un ordine chiaro ai suoi collaboratori: mantenere la calma e evitare polemiche interne fino alla chiusura della tornata elettorale.
La questione rimane sotto i riflettori
La questione rimane sotto i riflettori, ma pochi sono disposti a esporsi pubblicamente. Un parlamentare di spicco ha commentato riservatamente che “Salvini deve allontanarlo”. Fino ad ora, sono stati solo due governatori leghisti a prendere una posizione chiara. Luca Zaia, capolista in Veneto, ha dichiarato un netto rifiuto a qualsiasi forma di revisionismo, sottolineando la responsabilità di Mussolini nello sterminio degli ebrei e il ruolo delle “schifosissime leggi razziali”.
Posizioni chiare e divergenze
Oggi, Massimiliano Fedriga, presidente della regione Friuli Venezia Giulia, ha ribadito l’importanza di utilizzare parole chiare riguardo al fascismo, definito uno dei “grandi mali” dell’Italia. Ha espresso la sua “vicinanza alla comunità ebraica”, evidenziando la necessità di un linguaggio netto e senza giustificazioni. Le posizioni di Zaia e Fedriga, pur distanti, non affrontano direttamente il futuro di Vannacci all’interno del partito, ma chiariscono le divergenze esistenti.
Esame dello statuto e possibili azioni disciplinari
Nel frattempo, alcuni membri del partito stanno esaminando lo statuto approvato durante l’ultimo congresso, considerando possibili azioni disciplinari contro Vannacci. Questa opzione, per ora, rimane solo un’ipotesi. L’articolo 34 dello statuto prevede provvedimenti disciplinari che possono variare da un richiamo scritto fino all’espulsione per quei militanti che ostacolano l’attività della Lega o ne compromettono l’immagine politica.
Procedura per intervento disciplinare
La richiesta di un intervento disciplinare può essere presentata dal consiglio direttivo provinciale del militante in questione, mentre la decisione finale spetterà al consiglio regionale, che può delegare la questione al ‘Comitato Disciplinare e di Garanzia’. In caso di ricorso, sarà il Consiglio federale a esprimersi, composto da Salvini, i suoi vice, tra cui Vannacci stesso, e i governatori delle regioni. Tuttavia, attualmente non sembra che si stia preparando un’azione legale.
Voci contrarie a Vannacci nelle chat
Anche nelle chat dei militanti, emergono voci contrarie a Vannacci, con molti che sostengono le posizioni di Zaia e Fedriga. Alcuni chiedono a Salvini di prendere provvedimenti contro il generale, ritenuto incompatibile con i valori fondamentali della Lega. La sua “simpatia” per il fascismo era già stata oggetto di discussione durante un consiglio federale turbolento lo scorso settembre, alla vigilia delle elezioni in Toscana, dove Vannacci aveva subito critiche per la sua strategia elettorale.
Tensioni e responsabilità dopo le elezioni
In quell’occasione, Salvini aveva cercato di calmare le tensioni, chiudendo anticipatamente il consiglio federale per evitare conflitti tra Vannacci e Susanna Ceccardi, ex sindaca di Cascina. Dopo la sconfitta in Toscana, il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, aveva accusato Vannacci per il fallimento, evidenziando come la Lega avesse perso il suo tradizionale supporto da destra e sinistra a causa di un’ideologia sempre più marcata a destra.
Strategie interne e futuro della Lega
Attualmente, il leader della Lega continua a cercare di prevenire un’escalation di conflitti interni, consapevole dei potenziali danni che potrebbero derivare da uno scontro aperto. Alcuni membri del partito ricordano che l’inclusione di Vannacci era anche una strategia per evitare la formazione di un partito personale da parte sua, che avrebbe potuto creare difficoltà a Salvini, il quale si sta orientando verso una Lega sempre più nazionalista e sovranista.
Complessità della coesistenza tra Vannacci e la Lega
La coesistenza tra Vannacci e la Lega, dopo il congresso di Firenze dello scorso aprile, si sta rivelando complessa, come testimoniato da Attilio Fontana, noto per la sua frase “col ca… ci facciamo vannaccizzare”. A difesa del generale, il suo team ha ribadito l’interpretazione del fascismo proposta dal loro leader, il quale prevede di pubblicare un nuovo libro per Natale, dedicato alle sue tesi sul ventennio, intitolato ‘La storia al contrario’.
