Marco Presta, noto autore e conduttore della trasmissione radiofonica “Il Ruggito del Coniglio”, ha presentato una reinterpretazione audace del classico “Canto di Natale” di Charles Dickens. Il suo nuovo romanzo, intitolato “Canto di Natale con autotune”, è stato pubblicato da Einaudi il 15 gennaio 2025, con illustrazioni di Max Paiella. In questa versione contemporanea, il personaggio di Ebenezer Scrooge si trasforma in Aurelio Scrocchia, un produttore discografico cinico che prospera nel panorama musicale italiano, caratterizzato da una produzione di “brutta musica”.
La critica alla musica contemporanea
Presta ha dichiarato che l’idea di riscrivere “Canto di Natale” in chiave moderna è scaturita da una proposta della sua editor. Secondo l’autore, un “Canto di Natale” ambientato nell’Italia attuale non può che risultare fasullo, simile a una voce corretta dall’autotune. Questo strumento, simbolo della musica leggera contemporanea, è visto come un inganno, un modo per mascherare le imperfezioni anziché correggerle. Presta ha condiviso il suo personale risentimento nei confronti della musica leggera italiana, affermando che il libro rappresenta una forma di riscatto. Da anni, infatti, è costretto a trasmettere brani che non apprezza, e ora ha colto l’opportunità di esprimere le sue opinioni su ciò che considera una truffa nel panorama musicale attuale.
I personaggi e le ispirazioni
Nel romanzo, i cantanti che lavorano con Scrocchia portano nomi di fantasia, ma si ispirano a figure reali della musica italiana. Presta invita i lettori a indovinare a chi si riferiscono. La sua critica si estende anche al Festival di Sanremo, dove sostiene che l’ultima edizione non ha presentato canzoni di qualità . Secondo lui, la musica italiana è caratterizzata da una mancanza di melodia, sostituita da cori da stadio. Presta esprime un senso di solitudine nella sua lotta contro quello che percepisce come un declino della cultura musicale, ma trova conforto nel suo lavoro e nel suo pubblico.
Un malessere più profondo
L’autore non si limita a criticare la musica, ma estende la sua analisi a diversi ambiti culturali, tra cui politica, cinema e televisione. Egli definisce il cinema italiano “mediamente brutto” e la televisione “bruttissima”, esprimendo una visione pessimistica sulla situazione culturale del paese. Sui social media, Presta non ha esitazioni nel descrivere il panorama attuale come una tragedia, suggerendo che l’umanità potrebbe estinguersi lasciando solo i social. A differenza di Scrooge, che affronta i fantasmi del passato, Scrocchia ha bisogno di un risveglio esterno, rappresentato nel libro da un alcaloide che, paradossalmente, stimola la sua coscienza.
La critica al politicamente corretto
Presta non risparmia critiche al concetto di “politicamente corretto”, definendolo spesso come un’espressione di ipocrisia. Egli sottolinea come, mentre ci si oppone al sessismo, alcuni artisti continuino a essere tollerati nonostante i loro testi problematici, semplicemente perché “appartengono alla comitiva”. In un momento di frustrazione, Presta esprime il desiderio di consigliare all’attuale direttore artistico di Sanremo di dimettersi, evidenziando la mancanza di azioni sensate nel panorama musicale italiano.
Illustrazioni di Max Paiella
A completare l’opera, le illustrazioni di Max Paiella offrono una rappresentazione visiva del mondo cinico descritto nel romanzo. Paiella, ispirato da Arthur Rackham, un celebre illustratore di “A Christmas Carol”, ha cercato di unire elementi classici a una sensibilità moderna. La sua opera riflette un equilibrio tra la frenesia del Natale a Roma e la figura di Scrocchia, un personaggio che rifiuta la società e, in particolare, se stesso. Paiella descrive il progetto come una sfida creativa, paragonabile alla realizzazione di uno storyboard per un grande film natalizio, incentrato sulla ricerca di identità in un’epoca di smarrimento collettivo.
