Vidino: “Isis attuale? Debole e frammentato, ma resta una minaccia per l’Europa”

Lorenzo Di Bari

Novembre 10, 2025

Il 10 novembre 2025, Lorenzo Vidino, direttore del Program on Extremism della George Washington University, ha rilasciato un’intervista all’Adnkronos, in cui ha analizzato l’evoluzione della minaccia jihadista a dieci anni dalla strage del Bataclan, avvenuta a Parigi il 13 novembre 2015. In quell’attentato, un commando dell’Isis causò la morte di 132 persone e lasciò oltre 350 feriti. Secondo Vidino, l’Isis attuale è un’entità priva di una leadership centrale, che si manifesta principalmente attraverso i cosiddetti “lupi solitari”, individui che si radicalizzano autonomamente, in gran parte grazie all’uso di internet.

La nuova faccia dell’isis

Vidino ha descritto l’Isis di oggi come “un Isis acefalo”, ben diverso e meno potente rispetto a dieci anni fa. Sebbene la minaccia sia ancora presente, essa si presenta in forme più disperse e meno organizzate, rendendo più difficile per le autorità intercettare potenziali attacchi. “La mancanza di un cervello centrale, che era situato tra Siria e Iraq, ha reso l’Isis meno coordinato”, ha dichiarato Vidino. Tuttavia, alcuni gruppi locali, come l’Isis-Khorasan in Afghanistan, continuano a tentare attacchi in Europa, pur senza successo fino ad ora. Questi gruppi, pur operando sotto il marchio dell’Isis, hanno avuto fortune alterne e hanno compiuto attacchi significativi in altre regioni, come in Mosca e in Iran.

Isis in africa e il suo impatto sull’europa

L’analisi di Vidino si è estesa anche all’Isis in Africa, dove ha evidenziato che le affiliazioni jihadiste non sembrano avere un impatto significativo sull’Europa. Secondo Vidino, “nessuna di queste affiliazioni attrae jihadisti europei in numero considerevole”. Questo contrasta nettamente con il passato, quando migliaia di combattenti stranieri si univano alle fila dell’Isis in Siria e Iraq. Attualmente, l’appeal di conflitti in paesi come il Congo o il Mozambico è notevolmente inferiore.

Ritornando alla situazione europea, Vidino ha fatto riferimento a un rapporto di Europol che indica annualmente tra i due e i trecento arresti per attività jihadista, con una media di quattro o cinque attentati riusciti, per lo più di piccola entità, e circa venti attacchi sventati. In Italia, grazie all’efficace lavoro delle forze di sicurezza, la minaccia jihadista risulta meno pressante rispetto ad altri paesi europei.

Il profilo dei jihadisti moderni

Vidino ha anche delineato il profilo dei jihadisti attuali, che spesso non sono direttamente collegati all’Isis, a differenza dei membri del commando del Bataclan. Oggi, la radicalizzazione avviene prevalentemente tra giovani che, senza una struttura operativa, si attivano autonomamente attraverso il web e interazioni tra piccoli gruppi. Questa nuova forma di jihadismo, caratterizzata da “lupi solitari” e piccoli gruppi, è più difficile da monitorare rispetto ai gruppi organizzati del passato.

Secondo Vidino, “la dinamica attuale è quella di individui isolati, che si attivano senza una direzione operativa chiara”. Questo rende le operazioni di prevenzione e intercettazione più complesse, poiché le autorità si trovano a fronteggiare soggetti che operano in modo autonomo e non comunicano con le reti centrali dell’Isis. La sfida per i servizi di sicurezza è quindi quella di adattarsi a questa nuova realtà, dove la minaccia è meno visibile, ma non meno pericolosa.

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