Schlein chiede le dimissioni del consiglio del Garante: “Situazione grave”

Lorenzo Di Bari

Novembre 10, 2025

La situazione attuale riguardante l’Autorità Garante per la Privacy sta sollevando preoccupazioni significative nel panorama politico italiano. Il 10 novembre 2025, durante un intervento pubblico, la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha sottolineato la necessità di un cambiamento radicale nella gestione dell’ente, evidenziando l’emergere di un contesto critico e preoccupante.

Le dichiarazioni di Elly Schlein

La leader dem ha affermato che “sta emergendo un quadro grave e desolante sulle modalità di gestione dell’Autorità Garante per la Privacy“, e ha richiesto un “segnale forte di discontinuità”. Schlein ha espressamente dichiarato che “non ci sia alternativa alle dimissioni dell’intero consiglio“. Le sue parole evidenziano la crescente insoddisfazione nei confronti dell’attuale gestione, ritenuta inadeguata per garantire la protezione dei diritti dei cittadini.

La segretaria ha inoltre messo in luce come le inchieste condotte dal programma di Report abbiano rivelato un sistema caratterizzato da “numerosi conflitti di interesse” e una “forte permeabilità alla politica“. Queste affermazioni pongono interrogativi sulla capacità dell’Autorità di mantenere la necessaria indipendenza e terzietà, fondamentali per la sua funzione di tutela dei diritti dei cittadini.

La risposta della premier Giorgia Meloni

Interpellata sulla questione, la premier Giorgia Meloni ha risposto che la decisione riguardante le dimissioni del Garante per la Privacy spetta al collegio stesso. “Come sapete, l’azzeramento non è di nostra competenza”, ha dichiarato Meloni, mentre si dirigeva verso l’aeroporto di Bari per partecipare a un comizio del centrodestra. La premier ha anche sottolineato che il Garante attuale è stato eletto durante il governo giallorosso, sostenuto da Partito Democratico e Cinque Stelle, e ha definito “ridicolo” affermare che l’ente sia sotto pressione da parte del governo attuale.

Meloni ha quindi invitato i partiti che hanno nominato il Garante a riflettere sulle proprie scelte. “Se Cinque Stelle e Pd non si fidano di chi hanno messo alla guida dell’Authority sulla Privacy, non se la prendano con me”, ha affermato, suggerendo che una revisione della legge riguardante il sistema di quote potrebbe essere un argomento di discussione futura.

Le dichiarazioni di entrambi i leader politici evidenziano una crescente tensione e la necessità di affrontare le problematiche legate alla gestione dell’Autorità Garante per la Privacy, un tema che continua a suscitare dibattiti accesi nel contesto politico italiano.

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