Roberto Vannacci, ex generale dell’Esercito Italiano e attuale esponente di spicco della Lega di Matteo Salvini, ha riacceso il dibattito sul periodo fascista attraverso un post sulla sua pagina Facebook, pubblicato il 9 novembre 2025. In questo intervento, Vannacci ha criticato l’approccio tradizionale alla storia, definendo le lezioni apprese dai manuali del Partito Democratico come insufficienti e distorte. Sotto il titolo provocatorio “ripetizioni per chi la storia l’ha studiata nei manuali del partito democratico”, l’ex generale ha richiamato l’attenzione su alcuni eventi chiave del Ventennio, sostenendo che la narrazione storica attuale necessiti di una revisione.
Le affermazioni di Vannacci sul fascismo
Nel suo post, Vannacci ha presentato una serie di argomentazioni storiche, evidenziando che Benito Mussolini fu eletto in Parlamento il 15 maggio 1921 come rappresentante dei Fasci Italiani di Combattimento, risultando il terzo deputato più votato d’Italia. Questa affermazione è stata accompagnata da una riflessione sul valore dei voti e sull’importanza di considerare i fatti storici nel loro contesto reale. L’ex generale ha anche minimizzato la Marcia su Roma dell’ottobre 1922, definendola “poco più di una manifestazione di piazza”, sottolineando il ruolo del Re nel conferire il potere a Mussolini.
Vannacci ha proseguito la sua analisi ricordando che il governo Mussolini, formatosi il 17 novembre 1922, era composto non solo da fascisti, ma anche da liberali, popolari e nazionalisti. Ha citato i numeri del voto di fiducia della Camera dei Deputati, dove il governo ottenne 306 voti favorevoli, 116 contrari e 7 astenuti. Secondo Vannacci, il fascismo ha operato all’interno delle strutture legali del Regno d’Italia, utilizzando gli strumenti previsti dallo Statuto Albertino fino alla metà degli anni Trenta.
Le leggi razziali e il dibattito sui social
Uno dei punti più controversi del discorso di Vannacci riguarda le leggi razziali del 1938. L’ex generale ha affermato che tutte le leggi, comprese quelle razziali, furono approvate dal Parlamento e firmate dal Re, seguendo le procedure legali vigenti. Questa dichiarazione ha suscitato un acceso dibattito sui social media, dove gli utenti hanno espresso opinioni contrastanti. Mentre alcuni sostenevano la validità delle argomentazioni di Vannacci, altri lo hanno accusato di revisionismo storico, sottolineando i crimini della dittatura fascista e l’alleanza con Hitler.
Le reazioni al post di Vannacci sono state molteplici e variegate. Alcuni utenti hanno lodato la sua lezione di storia, considerandola un’importante riflessione, mentre altri hanno manifestato indignazione, citando eventi storici significativi come l’assassinio di Giacomo Matteotti e la violenza del regime fascista. Le critiche si sono amplificate, con molti commenti che hanno messo in discussione la legittimità delle affermazioni di Vannacci e hanno richiamato alla memoria le atrocità commesse durante il regime.
Il sostegno di Caio Mussolini
A sostenere Vannacci è intervenuto Caio Mussolini, pronipote del fondatore del fascismo, che ha confermato le posizioni espresse dall’ex generale. Caio ha affermato che la violenza politica nel periodo post-bellico era prevalentemente di sinistra e che il fascismo rappresentava una reazione a tali violenze. Ha inoltre dichiarato che il Duce avesse un riconoscimento internazionale e che le leggi, comprese quelle razziali, fossero state approvate seguendo le procedure legislative.
Il pronipote di Mussolini ha anche cercato di difendere la figura del nonno, affermando che il regime fascista avesse contribuito all’emancipazione femminile e che Mussolini non avesse alcuna responsabilità nella morte di Matteotti. Queste affermazioni hanno ulteriormente alimentato il dibattito, con molti utenti che hanno reagito con incredulità , ritenendo le giustificazioni di Caio Mussolini inaccettabili e distorte.
Il post di Vannacci e le successive dichiarazioni di Caio Mussolini hanno generato un acceso scambio di opinioni sui social, mettendo in luce le divisioni esistenti nella società italiana riguardo alla memoria storica del fascismo e al suo impatto nel contesto contemporaneo.
