Tumori, Aiom chiede l’inserimento dello screening per il cancro al polmone nei nuovi Lea

Lorenzo Di Bari

Novembre 9, 2025

Il 9 novembre 2025, durante il 27esimo congresso nazionale dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) tenutosi a Roma, è emersa una richiesta cruciale per il sistema sanitario italiano: l’inserimento dello screening per il tumore del polmone nei Livelli essenziali di assistenza (Lea). Questo screening, che prevede l’utilizzo di una tomografia computerizzata a basso dosaggio, è rivolto in particolare ai forti fumatori e potrebbe ridurre significativamente la mortalità legata a questa malattia.

La proposta di screening per il tumore del polmone

Massimo Di Maio, presidente dell’Aiom, ha sottolineato l’importanza di includere lo screening per il tumore polmonare tra le prestazioni garantite dal Servizio sanitario nazionale (Ssn). Attualmente, il Ssn offre già programmi di prevenzione per il carcinoma mammario, il tumore colon-rettale e quello della cervice uterina. Tuttavia, con oltre 44mila nuove diagnosi di tumore polmonare ogni anno in Italia, l’aggiunta di questo screening è considerata fondamentale. Di Maio ha evidenziato che l’inclusione di questo programma potrebbe migliorare l’assistenza sanitaria per oltre 3,7 milioni di pazienti oncologici nel Paese.

Il programma di screening, noto come Risp, è progettato per identificare precocemente il carcinoma polmonare attraverso una tomografia computerizzata a basso dosaggio. Questo esame è particolarmente indicato per le persone di età compresa tra i 55 e i 75 anni che sono forti fumatori o ex-forti fumatori. Di Maio ha riportato dati che mostrano come questo screening possa ridurre la mortalità per carcinoma polmonare fino al 20%, prevenendo potenzialmente oltre 36mila decessi in un arco di 30 anni.

I benefici dimostrati dello screening

Massimiliano Cani, specializzando in Oncologia medica presso l’AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano e PhD student in Translational Oncology all’Università di Torino, ha aggiunto che lo screening annuale attraverso la Tac dovrebbe diventare un’opzione di prima scelta per i forti fumatori e gli ex-forti fumatori. Attualmente, questo esame non è approvato o rimborsato dal Ssn, ma Cani ha espresso la speranza che il programma Risp venga implementato in tutti i 21 Sistemi sanitari locali italiani, per contribuire a contenere l’impatto delle neoplasie polmonari.

Ogni anno, il tumore polmonare causa oltre 35mila decessi in Italia, rendendo l’urgenza di un programma di screening ancora più evidente. Cani ha sottolineato che lo screening non solo è efficace, ma anche economicamente sostenibile, portando vantaggi all’intero sistema sanitario.

Innovazioni terapeutiche e test genomici

Alessandra Fabi, consigliere nazionale dell’Aiom, ha evidenziato il ruolo cruciale dell’innovazione terapeutica, in particolare dei test genomici, nella personalizzazione delle cure oncologiche. Questi test, inseriti nell’aggiornamento dei Lea, consentono di stabilire se una paziente necessiti di terapie invasive o se possa essere sufficiente un trattamento ormonale. Fabi ha citato come un test disponibile in Italia abbia dimostrato di ridurre del 48% il ricorso alla chemioterapia, migliorando così la qualità della vita delle pazienti.

Nel 2020, è stato creato un fondo di 20 milioni di euro per l’acquisto di test genomici per 10mila pazienti all’anno, ma le risorse si stanno esaurendo. Secondo recenti studi, le donne che necessitano di questi esami sono circa 13mila all’anno, e Fabi ha richiesto un incremento del fondo di 5 milioni di euro per garantire che questi test diventino parte integrante della pratica clinica.

Collaborazione con le istituzioni e futuro dei Lea

Di Maio ha concluso esprimendo la disponibilità dell’Aiom a collaborare con il Ministero della Salute per la stesura dei nuovi Lea. L’associazione è già responsabile dell’aggiornamento delle linee guida per i vari tumori e intende coinvolgere gruppi di lavoro per aggiornamenti basati su innovazioni recenti. Ha sollecitato un’accelerazione nell’approvazione dei Lea, affinché possano essere garantiti in tutto il territorio nazionale, evidenziando le attuali disparità tra i 21 sistemi sanitari locali.

La richiesta di uniformare l’assistenza e garantire percorsi di cura equivalenti per tutti i pazienti si fa sempre più pressante, con l’auspicio che le istituzioni rispondano prontamente a queste necessità.

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