Tumori, l’epatologo propone un progetto multidisciplinare per diagnosi e cura uniformi

Franco Fogli

Novembre 8, 2025

Maurizio Russello, direttore dell’Unità operativa complessa di Medicina a indirizzo epatologico dell’Arnas Garibaldi di Catania, ha sottolineato l’importanza di un approccio multidisciplinare nella gestione dell’epatocarcinoma durante il 46esimo Congresso nazionale della SIFO, tenutosi a Genova l’8 novembre 2025. Russello ha presentato il progetto MDT (Multidisciplinary Team), che mira a creare un percorso diagnostico e terapeutico condiviso tra 13 centri italiani, in linea con le raccomandazioni nazionali e internazionali.

Il progetto mdt e la sua importanza

Il progetto MDT si è rivelato cruciale per l’ottimizzazione della cura dei pazienti affetti da epatocarcinoma. Russello ha spiegato che l’iniziativa ha ricevuto una certificazione, un riconoscimento significativo che attesta il rispetto degli indicatori e degli obiettivi stabiliti. L’approccio multidisciplinare è fondamentale, poiché l’epatocarcinoma presenta caratteristiche uniche che richiedono competenze diverse per essere gestite adeguatamente. Le attuali opzioni terapeutiche comprendono la resezione chirurgica, il trapianto, le terapie loco-regionali come la chemioembolizzazione e la termoablazione, e i trattamenti sistemici, che hanno mostrato risultati notevolmente migliorati rispetto al passato.

Russello ha evidenziato come le decisioni terapeutiche debbano essere condivise da tutti i membri del team, non solo al momento della diagnosi, ma anche nelle fasi successive del trattamento. Questo approccio permette di garantire che ogni paziente riceva la cura più adatta, in un contesto di collaborazione tra specialisti.

Risultati preliminari e impatti clinici

Durante il congresso, Russello ha presentato i risultati preliminari del progetto MDT, sviluppato con il supporto tecnico di Iqvia Solutions e il contributo non condizionante di AstraZeneca. L’esperto ha sottolineato come il percorso delineato dal progetto ha portato a un miglioramento degli esiti clinici per i pazienti, consentendo loro di accedere ai trattamenti più efficaci. Inoltre, il modello MDT promuove l’equità, assicurando che tutti i pazienti siano gestiti e discussi all’interno di un team multidisciplinare.

Russello ha messo in evidenza l’importanza della certificazione esterna ricevuta dal centro, che rappresenta un elemento di sicurezza per i pazienti. Questa certificazione garantisce la qualità e l’efficacia dei percorsi diagnostici e terapeutici, un aspetto cruciale considerando la complessità delle cure per l’epatocarcinoma. Non tutti i centri e ospedali dispongono delle competenze e delle attrezzature necessarie per affrontare efficacemente questa patologia.

Collaborazione tra centri e rete per l’epatocarcinoma

Russello ha dichiarato che il team multidisciplinare è disponibile a collaborare con altri centri che desiderano riferire pazienti al loro ospedale, creando così una rete integrata per la gestione dell’epatocarcinoma. Questa rete permette ai centri hub di prendersi carico anche dei pazienti provenienti da strutture che non dispongono delle risorse adeguate per la diagnostica e il trattamento. L’approccio collaborativo è essenziale per garantire che ogni paziente riceva le migliori cure possibili, contribuendo a una gestione più efficace dell’epatocarcinoma in Italia.

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