Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, è scomparso dalla scena pubblica negli ultimi giorni, suscitando interrogativi sul suo stato all’interno del governo di Mosca. Oggi, 8 novembre 2025, il ministro ha finalmente rilasciato una dichiarazione attraverso l’agenzia Tass, chiarendo che la Russia non ha ricevuto alcun chiarimento ufficiale da Washington riguardo alle recenti affermazioni del presidente Donald Trump sui test nucleari.
Il mistero della scomparsa di Lavrov
La situazione attuale di Lavrov ha destato preoccupazione, soprattutto dopo la sua assenza dal Consiglio di sicurezza russo, presieduto da Vladimir Putin mercoledì scorso. Durante quell’incontro, il presidente ha lanciato un avvertimento all’Occidente, in particolare agli Stati Uniti, promettendo una “risposta adeguata” nel caso in cui altri paesi decidano di procedere con test nucleari. La mancanza di Lavrov in un contesto così cruciale ha alimentato speculazioni sul suo ruolo e sulla sua posizione all’interno del governo russo. Putin, noto per le sue purghe nei confronti di lealisti, ha fatto sorgere interrogativi sul futuro del ministro degli Esteri.
Il Cremlino ha cercato di dissipare i dubbi riguardo alla situazione di Lavrov, definendo “completamente false” le notizie che lo volevano in difficoltà con il presidente. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha smentito le voci circolate nei media, affermando che “non c’è nulla in questi articoli che corrisponda alla realtà ”. Peskov ha anche confermato che Lavrov continua a svolgere il suo lavoro come ministro degli Esteri, rispondendo a domande sulla sua attuale carica.
Il lungo percorso di Lavrov nella diplomazia russa
Sergei Lavrov, 75 anni, è alla guida della diplomazia russa dal 2004, diventando il ministro degli Esteri più longevo nella storia della Federazione Russa dall’epoca post-sovietica. La sua carriera diplomatica è iniziata come ambasciatore di Mosca presso le Nazioni Unite, dove ha acquisito una reputazione di spicco. Lavrov ha rappresentato la Russia in momenti cruciali di tensione con l’Occidente, dalla guerra russo-georgiana del 2008 all’annessione della Crimea nel 2014, fino all’attuale conflitto in Ucraina.
Nel corso degli anni, Lavrov è diventato il volto della diplomazia russa, mantenendo rapporti stretti con Putin e affrontando le sfide della politica internazionale. La sua esperienza e il suo approccio pragmatico hanno contribuito a definire la posizione della Russia nel panorama geopolitico globale.
Tensioni tra Lavrov e Putin
Le speculazioni riguardo a un possibile deterioramento dei rapporti tra Lavrov e Putin sono emerse recentemente, alimentate da un articolo del Moscow Times. Si sostiene che una conversazione telefonica tra Lavrov e il segretario di Stato statunitense, Marco Rubio, sia stata particolarmente problematica e possa aver innescato tensioni. Questo colloquio è avvenuto poco prima dell’annuncio da parte di Washington di nuove sanzioni contro le principali compagnie petrolifere russe e della cancellazione di un incontro previsto tra Putin e Trump a Budapest.
In questo contesto, Lavrov potrebbe trovarsi a dover affrontare le conseguenze del deterioramento dei rapporti tra Mosca e Washington. Per cercare di ripristinare i legami, la Russia ha inviato negli Stati Uniti Kirill Dmitriev, a capo del fondo sovrano russo. La mancanza di Lavrov durante il Consiglio di sicurezza e la sua esclusione dalla guida della delegazione russa al prossimo vertice del G20, sostituito da Maxim Oreshkin, hanno ulteriormente alimentato le voci di tensione interna.
La mancanza di aggiornamenti sul ministro, da parte del canale Telegram della Tass, ha lasciato spazio a speculazioni. Al contrario, la portavoce Maria Zakharova ha approfittato dell’attenzione mediatica per criticare l’Italia, commentando il recente crollo della Torre dei Conti a Roma e accusando il paese di sperperare risorse nel sostegno a Kiev.
