Non è solo un musicista, ma una figura rassicurante e familiare: un simbolo discreto e amato della televisione italiana. La voce che annunciava: “Dirige l’orchestra il maestro Peppe Vessicchio” rimarrà impressa nella memoria collettiva degli italiani. Con il suo gesto di bacchetta e un applauso, tutto sembrava al proprio posto: l’orchestra, il cantante e il pubblico. Peppe Vessicchio, direttore d’orchestra e arrangiatore, è venuto a mancare all’età di 69 anni, il 10 gennaio 2025, presso l’ospedale San Camillo di Roma.
Il decesso e il ricordo di una figura iconica
Il maestro è deceduto a causa di una polmonite interstiziale che si è aggravata rapidamente. La famiglia ha richiesto il massimo riserbo in questo momento difficile. I funerali si svolgeranno in forma strettamente privata, come riportato nel bollettino ufficiale dell’ospedale. Con la sua scomparsa, l’Italia perde non solo un musicista, ma anche una presenza gentile e rassicurante, capace di entrare nelle case degli italiani con naturalezza. Peppe Vessicchio è diventato un vero e proprio simbolo popolare della televisione, specialmente grazie alla sua partecipazione al Festival di Sanremo. Il suo aspetto distintivo, caratterizzato da una folta barba e uno sguardo gentile, lo rendeva immediatamente riconoscibile, lasciando un segno indelebile nella memoria collettiva.
La carriera musicale di Peppe Vessicchio
Giuseppe ‘Peppe’ Vessicchio è nato a Napoli il 17 marzo 1956. La sua carriera musicale inizia nei vicoli della sua città , dove la musica è parte integrante della vita quotidiana. Dopo aver conseguito il diploma in pianoforte, Vessicchio muove i primi passi come arrangiatore per artisti locali, tra cui Nino Buonocore, Edoardo Bennato e Peppino di Capri. Il suo talento nell’arrangiamento e nella composizione lo porta a collaborare con Gino Paoli negli anni Ottanta, creando brani iconici come “Ti lascio una canzone” e “Cosa farò da grande”, che diventano classici della canzone d’autore italiana.
Anche se brevemente parte del gruppo comico-musicale I Trettré, Vessicchio decide di seguire la sua vera passione per la musica. La sua prima apparizione al Festival di Sanremo avviene nel 1990, da quel momento diventa una presenza costante sul palco dell’Ariston, guadagnandosi il titolo di uno dei direttori d’orchestra più riconoscibili. Con il passare degli anni, il suo nome diventa sinonimo di eleganza e sensibilità musicale, ricevendo numerosi premi, tra cui il riconoscimento come miglior arrangiatore nel 1994, 1997 e 1998.
Un maestro di musica e di vita
Vessicchio non è stato solo il “Maestro di Sanremo“, ma anche un compositore, arrangiatore e insegnante che ha saputo mediare tra la musica colta e quella popolare. Dal 2001 al 2012 e nuovamente dal 2018 al 2022, ha ricoperto il ruolo di docente e direttore d’orchestra nel talent show “Amici” di Maria De Filippi. Con il suo approccio pacato e ironico, ha educato milioni di giovani spettatori alla disciplina musicale. “Ogni persona è come una corda e possiede una capacità di vibrazione”, amava ripetere, sottolineando l’importanza di seguire le proprie passioni.
Vessicchio parlava spesso di “armonia naturale” come chiave di lettura della vita. Credeva che la bellezza fosse un equilibrio sottile tra suono e silenzio, e il suo rispetto per i tempi e per il lavoro altrui era evidente. Nel 2024, l’Orchestra del Teatro alla Scala ha eseguito una sua composizione da camera, “Tarantina”, un riconoscimento per un artista che ha sempre cercato di dialogare con la musica colta.
Un artista a tutto tondo
Negli ultimi anni, Vessicchio ha anche coltivato una passione per il vino, fondando insieme all’imprenditore Riccardo Iacobone una cantina in Abruzzo, Musikè Vini, dove i vini venivano affinati al suono di frequenze armoniche naturali. Questo esperimento di musicoterapia enologica univa scienza e intuizione, con i proventi delle vendite destinati a borse di studio per giovani musicisti. Napoletano di origine, Vessicchio ha diretto orchestre in diverse città del mondo, tra cui Mosca e Parigi, ed è stato attivamente coinvolto in eventi benefici.
Nel 2025, è tornato in televisione come giurato al Festival di Castrocaro e ospite di Lip Sync Battle, dimostrando la sua ironia e la voglia di mettersi in gioco. “Dirigere l’orchestra è una frase che mi insegue”, affermava, ma il suo vero desiderio era quello di scrivere e unire. La sua capacità di essere popolare senza mai risultare superficiale ha reso la sua figura unica nel panorama musicale italiano. La sua vita è stata un continuo incontro tra mondi, suoni e idee, lasciando un’eredità che continuerà a vivere nel cuore di molti.
