Al Congresso Nazionale della Società Italiana di Scienze Oftalmologiche (SISO) e dell’Associazione Italiana Medici Oculisti (AIMO), che si è svolto a Roma l’8 novembre 2025, si è discusso di innovazioni promettenti nel campo delle terapie cellulari per il trattamento della cecità corneale. Gli esperti hanno sottolineato che si sta avvicinando un futuro in cui sarà possibile rigenerare la cornea malata attraverso un’iniezione, anziché ricorrere a un trapianto tradizionale. Questo sviluppo rappresenta un passo significativo verso la cura della cecità, una condizione che colpisce circa 10 milioni di persone ogni anno a livello globale.
Un importante studio pubblicato su Nature Biotechnology ha evidenziato che la terapia cellulare potrebbe diventare una soluzione efficace per le disfunzioni endoteliali della cornea. Durante il congresso, i relatori hanno evidenziato l’importanza di queste terapie per affrontare una delle principali cause di perdita della vista, promettendo risultati incoraggianti per i pazienti affetti.
La cornea e la sua importanza
La cornea, che funge da lente trasparente nella parte anteriore dell’occhio, è fondamentale per garantire una visione chiara. Vincenzo Sarnicola, direttore della Clinica degli Occhi Sarnicola di Grosseto e membro attivo della SISO, ha spiegato che quando la cornea è danneggiata, si opacizza, causando una visione offuscata. Fino a qualche decennio fa, il trapianto di cornea era l’unica soluzione, ma spesso presentava complicazioni sia durante che dopo l’intervento. Negli ultimi anni, l’Italia ha guidato la ricerca e l’implementazione di tecniche di trapianto lamellare, che hanno ridotto l’invasività dell’intervento e migliorato i risultati.
Queste tecniche consentono di trapiantare solo le aree malate della cornea, aumentando la sicurezza dell’intervento e la sopravvivenza dei tessuti trapiantati. Tuttavia, nonostante i progressi, il problema della disponibilità di tessuti rimane critico in molte parti del mondo. In Italia, grazie a un’efficiente rete di raccolta, i tessuti corneali sono in surplus e spesso esportati, mentre in altri Paesi si registrano carenze significative.
Le innovazioni nei trapianti corneali
L’introduzione della chirurgia lamellare ha rappresentato una svolta fondamentale per i trapianti corneali. Sarnicola ha descritto come questa tecnica, ora considerata il gold standard, riduca il rischio di rigetti e migliori le possibilità di recupero visivo. Le sfide rimangono, specialmente per quanto riguarda la formazione dei chirurghi, poiché le tecniche lamellari richiedono un alto livello di competenza.
La disponibilità di tessuti per trapianti è un problema persistente, con molti Paesi che lottano per garantire un numero sufficiente di donazioni. Tuttavia, gli esperti hanno espresso ottimismo riguardo all’impatto delle nuove terapie cellulari, che potrebbero alleviare la pressione sulla necessità di donazioni corneali, specialmente per le patologie legate all’endotelio.
Il futuro delle terapie cellulari
Sarnicola ha anche discusso le prospettive delle terapie cellulari rigenerative, che potrebbero rivoluzionare il trattamento della cecità corneale. La tecnica proposta prevede un’iniezione di cellule nell’occhio, che potrebbe ripristinare la trasparenza della cornea. Le ricerche in corso, attualmente nella terza fase di sperimentazione in Nord America, indicano che i donatori più efficaci sono i giovani al di sotto dei 30 anni. Si stima che da una singola cornea di un donatore giovane possano derivare fino a mille iniezioni, potenzialmente in grado di ripristinare la vista in un numero considerevole di pazienti.
Vito Romano, professore associato di Oftalmologia all’Università di Brescia, ha sottolineato l’importanza di queste innovazioni, definendole la nuova frontiera nella lotta contro la cecità corneale endoteliale. Con l’avanzare della ricerca e lo sviluppo di terapie cellulari, si prospettano orizzonti incoraggianti per il trattamento di questa condizione debilitante.
