Al 27esimo Congresso Nazionale dell’AIOM, tenutosi a Roma nel mese di ottobre 2025, gli oncologi hanno lanciato un appello urgente per il sostegno alla ricerca clinica no profit. Questi studi, che non ricevono finanziamenti dall’industria, sono fondamentali per il progresso nella cura del cancro, ma necessitano di maggiori risorse per continuare a operare efficacemente.
Declino degli studi clinici no profit in Italia
Negli ultimi quindici anni, dal 2009 al 2023, la situazione della ricerca clinica indipendente in Italia ha mostrato un trend preoccupante. Gli studi clinici no profit sono diminuiti drasticamente, passando dal 40,3% del totale delle sperimentazioni nel 2009 al 17,3% nel 2023. Questo calo evidenzia una crisi profonda in un settore cruciale, in particolare nell’oncologia, dove la mancanza di risorse e personale qualificato è ormai evidente. È fondamentale strutturare ruoli professionali essenziali, come i coordinatori di ricerca clinica e i biostatistici, e semplificare le procedure burocratiche che ostacolano l’avvio delle sperimentazioni. Gli oncologi, riuniti a Roma per il Congresso, hanno sottolineato l’urgenza di un cambiamento per rilanciare la ricerca indipendente.
Il contesto attuale della ricerca oncologica
Nel 2023, in Italia, sono state autorizzate 611 sperimentazioni cliniche, di cui 212, pari al 34,7% del totale, riguardavano i tumori. Francesco Perrone, presidente dell’AIOM, ha evidenziato come gli studi indipendenti siano tornati a crescere, con 106 nuovi trial rispetto ai 98 dell’anno precedente. Tuttavia, Perrone ha avvertito che la situazione non è sufficiente. Il finanziamento per la ricerca oncologica in Italia è storicamente insufficiente, collocando il paese tra gli ultimi in Europa per supporto pubblico. È necessario un piano nazionale che preveda l’incremento del personale e l’esplorazione di nuovi modelli di gestione degli studi clinici, sfruttando le opportunità offerte dalle tecnologie digitali.
Il valore della ricerca clinica indipendente
Un esempio significativo dell’importanza della ricerca clinica no profit è rappresentato dallo studio Cassandra, finanziato da cinque associazioni di pazienti. Questo studio ha coinvolto 17 centri in Italia, reclutando 260 pazienti con adenocarcinoma duttale del pancreas. I risultati hanno mostrato che la combinazione di farmaci chemioterapici Paxg ha migliorato significativamente la sopravvivenza senza eventi avversi rispetto al regime standard mFolfirinox. Michele Reni, direttore di Oncologia Medica all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, ha sottolineato come tale risultato sia il frutto di una sinergia tra la scienza e la società civile, aprendo nuove possibilità per i pazienti affetti da tumori aggressivi.
Il ruolo delle associazioni di pazienti
Flori Degrassi, presidente dell’ANDOS, ha evidenziato come le associazioni di pazienti possano svolgere un ruolo cruciale nel reclutamento per le sperimentazioni cliniche. Superare i pregiudizi riguardo alla partecipazione agli studi è essenziale, poiché offre accesso a terapie innovative e contribuisce alla cura di altri pazienti. Degrassi ha anche suggerito che i risultati ottenuti dagli studi indipendenti dovrebbero essere utilizzati per valutare l’operato dei direttori generali delle ASL.
Richieste per un maggiore supporto alla ricerca
Giuseppe Procopio, presidente eletto della FICOG, ha messo in evidenza la necessità di affrontare le questioni irrisolte riguardanti l’uso delle nuove terapie nella pratica clinica quotidiana. Gli studi no profit sono fondamentali per rispondere a bisogni non soddisfatti dalla ricerca industriale e per valutare l’efficacia e la sicurezza dei trattamenti su una popolazione più ampia. Perrone ha anche chiesto un maggiore supporto all’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, per facilitare la realizzazione di studi indipendenti. Negli ultimi anni, l’AIFA ha finanziato circa 300 studi clinici, con un investimento significativo per sostenere la ricerca no profit in oncologia.
La necessità di promuovere ulteriori bandi per la ricerca indipendente è stata sottolineata, poiché un adeguato supporto potrebbe migliorare la pratica clinica e contribuire a una maggiore conoscenza sui nuovi farmaci.
