La diagnosi di tumore non colpisce solo la salute fisica dei pazienti, ma ha anche un impatto significativo sulle loro finanze. Nel 2025, un’analisi condotta in Italia ha rivelato che il 16% delle donne e il 15% degli uomini affetti da cancro ha dovuto abbandonare il lavoro a causa della malattia. Questa situazione ha portato a una condizione nota come tossicità finanziaria, che implica un impoverimento economico progressivo per molti pazienti. Ogni anno, un paziente oncologico è costretto a spendere in media oltre 1.800 euro per coprire le spese legate ai trasporti, farmaci supplementari, integratori e visite specialistiche.
Il questionario Proffit e la sua importanza
In questo contesto, è stato sviluppato un innovativo strumento chiamato Proffit (Patient reported outcome for fighting financial toxicity), un questionario progettato per analizzare le cause della tossicità finanziaria. Presentato al XXVII Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) a Roma, il questionario ha ricevuto validazione longitudinale, dimostrando la sua efficacia nel misurare l’impatto economico della malattia. Lo studio, pubblicato nel ‘Journal of Cancer Policy’, ha evidenziato come il 26% dei pazienti affronti problemi economici al momento della diagnosi, con un incremento del 22,5% durante il trattamento. Francesco Perrone, presidente nazionale di Aiom, ha sottolineato che i pazienti che vivono difficoltà finanziarie hanno un rischio di mortalità superiore del 20% nei mesi e anni successivi.
Cause della tossicità finanziaria
Le cause della tossicità finanziaria sono molteplici e possono essere suddivise in tre macroaree principali. La prima è legata alla presa in carico da parte del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Attualmente, le reti oncologiche regionali operano solo in circa la metà delle regioni italiane, rendendo difficile per i pazienti ricevere un’assistenza adeguata. Migliorare l’interazione tra pazienti e operatori sanitari è fondamentale per garantire un supporto efficace fin dal momento della diagnosi.
La seconda macroarea riguarda le spese di trasporto. Molti pazienti devono percorrere distanze significative per raggiungere i centri di cura, con una media di 25 km, spesso affrontando questo viaggio più volte al mese. Le strutture sanitarie, in particolare per le specializzazioni complesse come l’oncologia, tendono a concentrarsi nei grandi centri, lasciando le aree periferiche meno servite.
La terza macroarea è rappresentata dalle spese non coperte dal SSN. Farmaci supplementari, integratori e visite specialistiche successive alla diagnosi possono gravare pesantemente sui pazienti, in particolare su quelli appartenenti a fasce economiche più vulnerabili. Elisabetta Iannelli, segretario della Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (Favo), ha evidenziato che molti lavoratori autonomi o non tutelati vedono diminuire drasticamente le loro entrate, mentre le spese aumentano.
Il panorama oncologico in Italia
Nel 2024, le nuove diagnosi di tumore in Italia hanno raggiunto quota 390.100, secondo i dati forniti da Aiom. Nonostante le sfide economiche, ci sono segnali positivi: il numero di persone che vivono dopo una diagnosi di cancro è in costante aumento, con circa 3,7 milioni di sopravvissuti nel 2024, cifra che potrebbe superare i 4 milioni entro il 2030. Francesco Perrone ha osservato che la metà dei cittadini che si ammalano di cancro ha buone probabilità di guarire, ottenendo un’aspettativa di vita simile a quella di chi non ha mai avuto la malattia. Tuttavia, questo progresso presenta nuove sfide per il sistema sanitario e per gli oncologi, che si trovano a dover gestire un carico di lavoro crescente.
La tossicità finanziaria non è solo una questione di perdita di reddito. I dati raccolti tramite il questionario Proffit rivelano che le difficoltà economiche possono derivare da vari fattori, tra cui la mancanza di accesso a cure adeguate e le spese elevate per trattamenti non coperti dal SSN. È essenziale che le istituzioni siano consapevoli di queste problematiche, poiché la guarigione dal cancro deve essere sostenibile anche dal punto di vista economico, altrimenti i successi clinici rischiano di trasformarsi in sconfitte sociali.
