Gino Cecchettin: “Turetta? Inutile combattere ora che la guerra è conclusa”

Franco Fogli

Novembre 7, 2025

Le recenti dichiarazioni di Gino Cecchettin, padre della giovane Giulia, hanno segnato un momento significativo dopo la rinuncia della Procura generale di Venezia di impugnare la sentenza di ergastolo per Filippo Turetta, reo confesso dell’omicidio premeditato della studentessa. Il 7 novembre 2025, Cecchettin ha affermato che, sebbene non esista una giustizia in grado di restituire ciò che è stato tolto, è fondamentale riconoscere che la verità è stata finalmente accertata.

La rinuncia della Procura generale

La Procura generale di Venezia ha ufficialmente deciso di non presentare appello contro la sentenza di primo grado che ha condannato Turetta all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Cecchettin. Questo passo ha portato a una certa stabilità nella situazione legale, permettendo alla famiglia di concentrarsi sulla memoria della giovane. Gino Cecchettin ha espresso la sua gratitudine per il riconoscimento della verità, sottolineando che la consapevolezza delle responsabilità assunte è un passo cruciale per la famiglia, che ora può iniziare a chiudere un capitolo doloroso della propria vita.

Le parole di Gino Cecchettin

In un’intervista, Gino Cecchettin ha riflettuto sull’importanza di fermarsi e di non continuare una lotta che, a suo avviso, è ormai conclusa. “Continuare a combattere quando la guerra è finita è, in fondo, un atto sterile”, ha dichiarato. La sua visione si concentra sulla necessità di trasformare la sofferenza in consapevolezza e di onorare la memoria di Giulia attraverso azioni positive. Cecchettin ha affermato che il compito della giustizia è quello di accertare i fatti, mentre il compito del dolore spetta a chi resta.

La fondazione Giulia Cecchettin

Gino Cecchettin ha fondato la Fondazione Giulia Cecchettin con l’intento di promuovere la cultura del rispetto e di combattere ogni forma di violenza. “Giulia merita di essere ricordata non solo per la tragedia che l’ha colpita, ma per ciò che ha rappresentato: la sua dolcezza, la sua intelligenza, la sua voglia di vivere e di amare in libertà”, ha affermato Cecchettin. La fondazione si propone di trasformare il dolore in un seme di cambiamento, incoraggiando tutti a riconoscere e respingere la violenza.

Un messaggio di speranza

Cecchettin ha concluso il suo intervento esprimendo la speranza che il sacrificio di Giulia possa generare un cambiamento reale e duraturo nella società. “L’amore per Giulia continuerà ad accompagnarmi, come una guida silenziosa, ogni giorno della mia vita”, ha detto, sottolineando l’importanza di mantenere viva la memoria della figlia attraverso azioni quotidiane che promuovano il rispetto e la libertà. La sua testimonianza rappresenta un forte messaggio di resilienza e di impegno verso un futuro migliore.

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