Sostenibilità: Dal Fabbro (Iren) afferma che il riciclo Raee soddisfa il 66% del fabbisogno italiano di Mpc

Marianna Ritini

Novembre 6, 2025

Il 6 novembre 2025, durante l’importante evento Ecomondo 2025, è stato presentato il Rapporto Strategico intitolato “La geopolitica delle Materie Prime Critiche“, elaborato da Iren e Teha Group. Questo documento evidenzia come l’Italia potrebbe soddisfare fino al 66% del proprio fabbisogno nazionale di materie prime critiche (MPC) attraverso un investimento di 2,6 miliardi di euro all’anno nella filiera del riciclo dei rifiuti elettronici (RAEE). Questo stesso importo, se non utilizzato per il riciclo, potrebbe trasformarsi in una tassa europea per il mancato rispetto degli obiettivi di raccolta.

Luca Dal Fabbro, presidente esecutivo di Iren, ha commentato la situazione, affermando che “la nuova tassa RAEE rischia di diventare un costo del non fare per il Paese”. Dal Fabbro ha proposto che, se queste risorse venissero reinvestite nel sistema nazionale di riciclo, l’Italia potrebbe coprire gran parte del proprio fabbisogno di materie prime critiche, valorizzando ogni anno circa 1,7 miliardi di euro di materiali attualmente dispersi.

L’importanza della cooperazione internazionale

Dal Fabbro ha messo in evidenza la necessità per l’Italia di sfruttare questa opportunità per trasformare un vincolo in un vantaggio competitivo. Ha sottolineato l’importanza di puntare su innovazione impiantistica e cooperazione industriale, in particolare con i Paesi del Nord Africa, nell’ambito del Piano Mattei. Tuttavia, ha anche avvertito che il percorso verso l’autosufficienza rimane complesso, poiché l’Italia non dispone di riserve minerarie significative e la filiera di processamento richiede economie di scala che sono difficili da sviluppare in un contesto nazionale.

Rischi legati alle forniture internazionali

Secondo Dal Fabbro, l’Italia è fortemente esposta alle tensioni internazionali riguardanti le forniture di materie prime. Attualmente, l’Unione Europea importa annualmente 4,7 miliardi di euro di titanio e 1,4 miliardi di euro di terre rare, dipendendo in modo significativo da un numero limitato di Paesi fornitori. Qualsiasi interruzione delle forniture potrebbe mettere a rischio fino a 700 miliardi di euro di produzione industriale europea, di cui 88 miliardi di euro sono riferibili all’Italia.

Prospettive future per l’industria italiana

Dal Fabbro ha concluso la sua analisi affermando che le maggiori opportunità per il futuro si concentrano su due leve fondamentali e sinergiche: il rafforzamento delle partnership internazionali, in particolare attraverso il Piano Mattei, e l’investimento nell’economia circolare dei RAEE, al fine di aumentare i volumi raccolti e la capacità di riciclo nazionale. Questo approccio potrebbe non solo garantire la sicurezza delle forniture, ma anche promuovere la sostenibilità e l’innovazione nel settore.

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