Il 6 novembre 2025, il ministero della Difesa della Russia ha annunciato che un gruppo di soldati ucraini si sarebbe arreso durante i combattimenti nella città di Pokrovsk, situata nell’Ucraina orientale. Secondo la comunicazione ufficiale, i militari ucraini, circondati e isolati, avrebbero deciso di deporre le armi dopo aver ricevuto l’ordine di abbandonare le posizioni dai loro comandanti.
La dichiarazione russa sostiene che i soldati ucraini non hanno potuto resistere agli attacchi aerei condotti con droni e al fuoco dell’artiglieria. La stessa fonte ha riportato che i militari ucraini, ora prigionieri di guerra, avrebbero segnalato un incremento costante nel numero dei feriti e la mancanza di accesso a cure mediche adeguate. Un soldato, in particolare, avrebbe menzionato la presenza di circa 300 militari intrappolati nella zona.
Attacco a Volgograd: un morto
Nella stessa giornata, un attacco con droni ha colpito la regione di Volgograd, nella Russia meridionale, provocando la morte di un civile. Il governatore regionale, Andrey Bocharov, ha confermato l’incidente, specificando che gli attacchi hanno interessato un edificio residenziale di 24 piani.
Bocharov ha descritto i danni subiti dall’edificio, con balconi distrutti e finestre delle abitazioni circostanti in frantumi. La vittima, un uomo di 48 anni, è deceduto a causa delle schegge volate in seguito all’esplosione. Inoltre, la caduta di detriti ha innescato un incendio in una zona industriale del distretto di Krasnoarmeysky. Situata a circa 400 chilometri dal confine con l’Ucraina, Volgograd è un importante centro industriale, noto per i suoi impianti di raffinazione del gas e del petrolio. Recentemente, l’Ucraina ha intensificato le operazioni di attacco con droni e missili sul territorio russo, concentrandosi sulle aree industriali.
Le tensioni tra i due paesi continuano a crescere, con ogni nuovo attacco che porta a un incremento delle preoccupazioni per la sicurezza nella regione. La situazione rimane critica, con le forze in campo che si confrontano in un conflitto che sembra non avere fine.
