Il dermatologo Andrea Paro Vidolin, responsabile del Centro di fotodermatologia e cura della vitiligine presso l’ospedale Israelitico di Roma, ha recentemente sottolineato l’importanza della fototerapia nella gestione della vitiligine, nonostante l’arrivo del primo farmaco specifico per questa malattia. Il ruxolitinib, un trattamento topico da applicare due volte al giorno, ha rivoluzionato il panorama terapeutico, ma la fototerapia rimane un elemento fondamentale per garantire risultati ottimali. A Roma, in occasione della Vitiligine Week, che si svolge fino all’8 novembre 2025, sono disponibili consulenze mediche gratuite in oltre 35 strutture specializzate in tutto il territorio nazionale, con l’inclusione di adolescenti tra i 12 e i 17 anni.
Diffusione della vitiligine
La vitiligine è una condizione che interessa tra il 2% e il 5% della popolazione, colpendo indistintamente uomini e donne di tutte le età . Paro Vidolin evidenzia che le cause esatte della malattia rimangono poco chiare; tuttavia, si ritiene che essa sia influenzata da un disturbo autoimmunitario e da stress ossidativo. Il ruxolitinib, un farmaco immunosoppressore rimborsato in Italia, agisce contrastando l’auto-attacco ai melanociti, le cellule responsabili della produzione di melanina, favorendo il ripristino del colore della pelle.
Modalità d’uso e meccanismo d’azione del farmaco
Il ruxolitinib deve essere applicato due volte al giorno per periodi prolungati, come indicato nelle pubblicazioni che suggeriscono un uso che varia tra le 54 e le 58 settimane. Secondo il dermatologo, l’associazione del farmaco con la fototerapia accelera notevolmente il processo di ripigmentazione, riducendo al contempo gli effetti collaterali. Questo approccio consente di ottenere risultati significativi in un arco di tre mesi, un tempo notevolmente inferiore rispetto all’anno necessario con il solo uso del farmaco. È fondamentale, tuttavia, stabilire una terapia di mantenimento per preservare i risultati ottenuti, continuando a utilizzare la fototerapia come supporto.
La fototerapia, quindi, continua a svolgere un ruolo chiave nel trattamento della vitiligine, stimolando i melanociti inattivi e contribuendo al ripristino del pigmento cutaneo. Paro Vidolin sottolinea che questo concetto è ribadito in tutti i congressi internazionali, dove la fototerapia UVB a banda stretta viene riconosciuta come un presidio fondamentale, sia attraverso cabine total body che con laser a eccimeri da 308 nanometri per le forme più localizzate.
La settimana della vitiligine
La Vitiligine Week è un’iniziativa promossa dalla Sidemast (Società italiana di dermatologia e malattie sessualmente trasmesse) e supportata dall’associazione pazienti Apiafco, con il contributo di Sintesi Education e Incyte. L’obiettivo principale è sensibilizzare l’opinione pubblica sulla vitiligine, sottolineando che si tratta di una vera e propria malattia, non solo di un problema estetico, come spesso percepito in Italia. Paro Vidolin evidenzia che questa percezione errata rappresenta una sfida significativa.
Per migliorare l’informazione e il supporto ai pazienti, è in fase di creazione un’associazione dedicata a chi vive con la vitiligine, fondata da un paziente. Questa associazione avrà come obiettivo principale il supporto ai malati, affiancato da un comitato scientifico di esperti medici, con l’intento di combattere lo stigma e i falsi miti legati alla malattia. La missione include anche l’impegno a ridurre i costi e migliorare l’accesso ai trattamenti di fototerapia, per garantire che tutti i pazienti possano beneficiare delle migliori cure disponibili.
