Uomini e tabù sulla prostata: “Preferisco restare nel traffico che parlarne”

Lorenzo Di Bari

Novembre 5, 2025

La questione dell’ipertrofia prostatica rappresenta un tema di grande rilevanza per la salute maschile, colpendo fino all’80% degli uomini entro i 80 anni. Tuttavia, un recente sondaggio condotto negli Stati Uniti ha rivelato un dato sorprendente: oltre un terzo degli uomini preferirebbe affrontare situazioni scomode, come vedere la propria squadra perdere una partita decisiva, piuttosto che discutere di problemi legati alla salute della prostata con il proprio medico. Questi risultati sono stati pubblicati nel mese di novembre 2025, in concomitanza con la campagna di sensibilizzazione “Movember”, dedicata alla salute maschile e ai tumori.

Il sondaggio e le sue rivelazioni

Il sondaggio, realizzato dalla rete di ospedali Orlando Health, ha coinvolto 1.010 uomini statunitensi di età pari o superiore ai 18 anni, intervistati online dal 5 al 7 settembre 2025 e dal 12 al 14 settembre 2025. I risultati hanno mostrato che il 38% degli uomini preferirebbe assistere alla sconfitta della propria squadra di calcio o restare bloccati nel traffico, piuttosto che affrontare il tema della salute prostatica. Questa riluttanza ad affrontare il problema è preoccupante, poiché può portare a ritardi nella diagnosi e nel trattamento di condizioni come l’ingrossamento della prostata, che può influenzare significativamente la qualità della vita.

I sintomi da non trascurare

I sintomi che possono indicare un’ipertrofia prostatica includono la frequenza, l’urgenza e la difficoltà a urinare, specialmente se si verificano più di due volte a notte. Questi segnali, sebbene possano avere un impatto negativo sulla vita quotidiana, spesso non vengono discussi con i medici. Il dottor Jay Amin, urologo di Orlando Health, spiega che la prostata, una ghiandola che circonda l’uretra, tende ad ingrossarsi con l’avanzare dell’età. Questo ingrossamento può essere influenzato da fattori genetici e ormonali. Statistiche recenti indicano che circa il 60% degli uomini ha problemi di prostata entro i 60 anni, con la percentuale che aumenta fino all’80% entro gli 80 anni. Molti uomini tentano di alleviare i sintomi con farmaci o terapie mininvasive, ma spesso il sollievo è temporaneo.

Le opzioni di trattamento disponibili

Fortunatamente, esistono oggi procedure mininvasive per il trattamento dell’ipertrofia prostatica, che comportano un dolore minimo e non richiedono incisioni esterne. Secondo il dottor Amin, queste procedure sono estremamente efficaci e solo circa l’1% dei pazienti necessita di ulteriori trattamenti, anche dopo 20 anni. La maggior parte dei pazienti riesce a riprendere un’attività leggera entro una settimana e a tornare alla normale attività fisica in circa tre settimane. Per incoraggiare gli uomini a superare la loro diffidenza, gli esperti suggeriscono di ascoltare le testimonianze di chi ha già affrontato il problema.

Un esempio è quello di Chris Golden, un runner di maratona di 50 anni, che ha condiviso la sua esperienza in un video. Chris ha notato un peggioramento della sua salute urinaria, che ha iniziato a interferire con le sue passioni e la sua vita quotidiana. Dopo aver consultato il dottor Amin e aver effettuato alcuni esami, ha scoperto di avere un ingrossamento della prostata. Ha deciso di sottoporsi a una procedura chiamata Holep (Holmium Laser Enucleation of Prostate), che utilizza il laser per trattare l’ipertrofia prostatica. Dopo un breve ricovero e un periodo di recupero, Chris ha potuto tornare alle sue normali attività senza più l’urgenza di correre in bagno. La sua esperienza sottolinea l’importanza di riferire i sintomi al medico, poiché affrontare il problema può portare a un significativo miglioramento della qualità della vita.

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