Referendum sulla giustizia: guida al voto su precedenti, quorum e scheda

Marianna Ritini

Novembre 5, 2025

Dal 5 novembre 2025, gli italiani si preparano a partecipare a un importante referendum che riguarderà la **riforma della giustizia**, il quinto nella storia della **Repubblica Italiana**. Questo voto si inserisce in un contesto di **modifiche costituzionali**, dove, dal 1946 a oggi, solo altre quattro volte gli elettori sono stati chiamati a esprimere il loro parere su **leggi approvate dal Parlamento** senza il consenso della **maggioranza dei due terzi**. La **riforma** in questione potrebbe avere un **impatto significativo** sulla **struttura della giustizia** nel Paese.

La procedura di indizione del referendum

Secondo le **normative vigenti**, il **referendum confermativo** deve essere richiesto entro tre mesi dalla **pubblicazione della legge costituzionale** nella **Gazzetta Ufficiale**. Nel caso specifico della **riforma della giustizia**, la data di riferimento è il 30 ottobre 2025. La richiesta può essere avanzata da un quinto dei membri di una **Camera**, da 500.000 **elettori** o da cinque **Consigli regionali**. Dopo la richiesta, si attivano diversi passaggi procedurali, tra cui le verifiche della **Corte di Cassazione** e della **Corte Costituzionale**. Le **votazioni** possono avvenire in una domenica compresa tra il cinquantesimo e il settantesimo giorno successivo all’indizione del **referendum**. Il **Ministro della Giustizia**, **Carlo Nordio**, ha indicato che il voto potrebbe svolgersi tra marzo e aprile 2026.

Dettagli sulla scheda e modalità di voto

La **scheda referendaria** presenterà il testo della **legge proposta**, consentendo agli **elettori** di esprimere un semplice “sì” o “no”. Gli aventi diritto al voto corrispondono all’intero **corpo elettorale**. A differenza di altri **referendum**, per quello confermativo non è previsto un **quorum minimo**, il che significa che il voto sarà valido indipendentemente dall’affluenza alle **urne**. Questa caratteristica rende il **referendum** particolarmente significativo, poiché la decisione finale non sarà influenzata dalla partecipazione degli **elettori**.

Le posizioni politiche in vista del referendum

In preparazione al **referendum**, i **partiti politici** si sono schierati in modo netto. La **maggioranza di governo**, che ha sostenuto la **modifica costituzionale** in **Parlamento**, è compatta nel sostenere il “sì”. Al contrario, le principali forze di **opposizione**, tra cui il **Partito Democratico** (**Pd**), il **Movimento 5 Stelle** (**M5s**) e **Alleanza Verdi e Sinistra** (**Avs**), si sono espresse contro la **riforma**, invitando a votare “no”. All’interno del **Pd**, però, ci sono voci dissenzienti: alcuni **riformisti**, come **Goffredo Bettini** e i membri di **Libertà e Giustizia**, hanno manifestato supporto per la **separazione delle carriere**, una delle novità introdotte dalla **riforma**. Anche **Italia Viva** (**Iv**) e **Azione** hanno assunto posizioni distinte, con alcuni membri che si sono astenuti o hanno votato a favore della **riforma**.

I precedenti referendari in Italia

La storia dei **referendum costituzionali** in **Italia** è ricca di eventi significativi. Il primo risale al 2001, quando gli **elettori** furono chiamati a esprimersi sulla **riforma del Titolo V** del **centrosinistra**, con il “sì” che ottenne il 65,21% dei voti. Nel giugno 2006, si tenne un **referendum** sulla **riforma costituzionale** proposta dal governo **Berlusconi**, che portò a una netta vittoria del “no” con il 61,29%. Successivamente, nel 2016, il **referendum** sulla **riforma costituzionale** di **Matteo Renzi** si concluse con una bocciatura del 59% dei voti contrari, evento che portò alle dimissioni dell’allora presidente del **Consiglio**. L’ultimo **referendum**, tenutosi nel 2020, riguardò il **taglio del numero dei parlamentari** voluto dal **M5s**, che ottenne una vittoria con il 69% dei consensi.

La **riforma della giustizia**, quindi, si inserisce in un contesto storico di **partecipazione popolare** e di **dibattito politico**, dove ogni voto rappresenta un momento cruciale per il futuro della **governance** e della **giustizia** in **Italia**.

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