Mpc: con 2,6 miliardi di investimenti l’Italia soddisferebbe il 66% del fabbisogno

Franco Fogli

Novembre 5, 2025

L’introduzione della nuova tassa Raee, proposta a livello europeo, comporta per l’Italia un potenziale “costo del non fare” di circa 2,6 miliardi di euro all’anno. Questo importo è legato all’incapacità di raccogliere e trattare adeguatamente i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Investire la stessa cifra nella filiera del riciclo nazionale permetterebbe di soddisfare fino al 66% del fabbisogno di Materie Prime Critiche (Mpc) e di valorizzare circa 1,7 miliardi di euro all’anno di Mpc presenti nei Raee.

Opportunità nel nord africa

Il coinvolgimento delle imprese italiane nel Nord Africa, attraverso il Piano Mattei, potrebbe favorire l’estrazione e la valorizzazione delle Mpc contenute nei Raee, con un valore stimato fino a 2,5 miliardi di euro. Queste informazioni emergono dal Rapporto Strategico intitolato “La geopolitica delle Materie Prime Critiche: le opportunità del Piano Mattei e dell’urban mining per la competitività industriale in Italia”, presentato il 6 novembre 2025 da Iren durante la fiera Ecomondo a Rimini, e realizzato da Teha Group. Il rapporto delinea un panorama internazionale in cui la domanda di Mpc è in costante crescita, con una concentrazione delle catene di approvvigionamento sempre più marcata. Tra il 2021 e il 2024, la domanda globale di Mpc è aumentata dell’11%, con previsioni di un ulteriore incremento del 34% entro il 2030.

Rilevanza delle materie prime critiche

Il Rapporto Strategico sottolinea l’importanza sistemica delle Mpc per l’economia europea, che genera circa 3,9 trilioni di euro di produzione industriale, equivalenti al 22% del PIL dell’Unione Europea. L’Italia risulta la nazione più vulnerabile tra le cinque principali economie europee, con il 31% del PIL nazionale, pari a 675 miliardi di euro, che dipende da tecnologie e processi produttivi che utilizzano Mpc. Questo scenario evidenzia come la continuità di approvvigionamento di tali materiali non sia più solo un tema industriale, ma un elemento cruciale per la competitività e la sicurezza economica del Paese.

Vulnerabilità delle catene di fornitura

Il rapporto mette in luce la vulnerabilità delle catene di valore europee in settori chiave. I casi emblematici di titanio e terre rare, essenziali per l’aerospazio e la componentistica automotive, evidenziano l’importazione da parte dell’Unione Europea di 4,7 miliardi di euro di titanio e 1,4 miliardi di euro di terre rare, con una significativa dipendenza dalla Cina, che controlla oltre il 90% della capacità mondiale di raffinazione. Un’interruzione delle forniture potrebbe compromettere fino a 700 miliardi di euro di produzione industriale europea, con un’esposizione potenziale per l’Italia stimata fino a 88 miliardi di euro.

Politiche europee e obiettivi futuri

Il Critical Raw Materials Act ha stabilito obiettivi ambiziosi per il 2030, come estrarre almeno il 10% del fabbisogno europeo e coprire il 25% tramite riciclo. A marzo 2025, la Commissione Europea ha riconosciuto 47 Progetti Strategici nell’Unione Europea, ma la loro capacità complessiva non è sufficiente a raggiungere i target previsti. Questi progetti coprono solo il 35% degli obiettivi di estrazione e il 24% del riciclo, evidenziando la necessità di accelerare su tre direttrici: costruzione di partnership internazionali, sviluppo di capacità industriali e valorizzazione delle materie prime seconde.

Il piano mattei e il riciclo dei raee

Il Piano Mattei, avviato dal governo italiano nel 2023 con una dotazione iniziale di 5,5 miliardi di euro, potrebbe rappresentare un asse strategico per diversificare le catene di fornitura attraverso collaborazioni con i Paesi africani. Il Nord Africa genera circa il 42% dei Raee dell’intero continente, un volume pari all’83% dei Raee prodotti in Italia. L’estrazione delle Mpc dai Raee potrebbe ridurre la necessità di materie prime vergini, evitando l’estrazione di oltre 88 milioni di tonnellate di minerali e risparmiando fino a 5,1 milioni di tonnellate di emissioni di CO2, equivalenti alle emissioni annue di 2,5 milioni di automobili in Italia.

Impatto della tassa raee

L’analisi finale del rapporto si concentra sull’impatto della nuova tassa Raee, proposta dalla Commissione Europea a luglio 2025, che prevede un contributo di 2 euro/kg per la differenza tra il tasso di raccolta nazionale e il target europeo del 65%. Nel 2024, solo il 29,6% dei Raee è stato raccolto correttamente in Italia, ben al di sotto della media europea e del target Ue. Questo si tradurrebbe in un costo annuo di circa 2,6 miliardi di euro, un onere che non genera valore aggiunto e sottrae risorse strategiche per il rafforzamento della filiera nazionale del riciclo.

Con un investimento mirato, l’Italia potrebbe trasformare questo costo in un’opportunità strategica, coprendo fino al 66% del fabbisogno di Mpc e valorizzando circa 1,7 miliardi di euro all’anno. Il presidente esecutivo di Iren, Luca Dal Fabbro, ha sottolineato l’importanza di rafforzare le partnership internazionali e investire nell’economia circolare per garantire un futuro sostenibile e competitivo per il Paese.

×