Oggi, 10 gennaio 2025, è stato presentato un importante report presso la Sala Stampa di Palazzo Montecitorio, incentrato sulla gestione del tumore della prostata. Il documento, intitolato “Tumore della prostata metastatico: nuovi approcci nella gestione multidisciplinare del paziente”, è stato illustrato durante l’incontro “Oltre la frammentazione: strategie integrate per la gestione del tumore della prostata metastatico”, promosso dall’onorevole Gian Antonio Girelli, membro della XII Commissione Affari sociali della Camera dei deputati. L’evento ha visto il supporto non condizionante di Pfizer.
Il report è frutto della collaborazione di un team composto da clinici, economisti, farmacisti, rappresentanti dei pazienti e istituzioni regionali. Ha evidenziato come la gestione della patologia rappresenti una delle sfide più significative per il Servizio sanitario nazionale, data l’alta incidenza di pazienti e la crescente complessità nella cura. Nel 2024, si stimano circa 40.192 nuove diagnosi di tumore della prostata in Italia, dove attualmente circa 485mila uomini convivono con questa malattia. Secondo l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), dal 2020 al 2040, il numero di nuove diagnosi di carcinomi prostatici aumenterà dell’1% annuo. La mortalità per questa malattia è stata stimata in 8.200 decessi nel 2022, mentre la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è del 91%.
La necessità di un approccio integrato
Gian Antonio Girelli ha sottolineato l’urgenza di creare un quadro nazionale più uniforme, con standard assistenziali chiari e tempi certi per diagnosi e accesso alle terapie innovative. “Rafforzare le reti oncologiche e urologiche regionali, investire in screening e diagnostica precoce è fondamentale”, ha dichiarato Girelli. È necessario un monitoraggio degli esiti per ridurre le disuguaglianze e garantire cure di qualità per tutti i pazienti con tumore alla prostata.
Un esempio di successo in questo ambito è il programma di screening prostatico attivato in Lombardia, in collaborazione con Europa Uomo Italia. Questo programma rappresenta il primo screening organizzato in Italia e si inserisce in un modello di presa in carico multidisciplinare attraverso una Prostate Cancer Unit. Questo approccio integrato è in linea con le linee guida nazionali e internazionali, che evidenziano l’importanza di coinvolgere tutti gli attori nel processo di cura, compresi il supporto psicologico e la riabilitazione.
Il ruolo della multidisciplinarità nella cura
Giuseppe Procopio, direttore del Programma Prostata della Fondazione Irccs Istituto nazionale tumori di Milano, ha affermato la necessità di un approccio multidisciplinare nella gestione del carcinoma prostatico. È essenziale considerare tutti gli aspetti della vita del paziente, non solo quelli terapeutici. Un team composto da oncologi, radiologi, psicologi, urologi e altri specialisti è fondamentale per garantire una continuità assistenziale lungo il percorso di cura.
La creazione di una rete nazionale di Prostate Cancer Unit, organizzata secondo un modello “Hub & Spoke“, è stata proposta come un passo cruciale per migliorare la gestione del tumore della prostata. Questa rete dovrebbe essere sostenuta da un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale (Pdta) nazionale certificato, facilitando la raccolta di dati e il monitoraggio degli esiti clinici. È necessario un cambiamento culturale che coinvolga non solo i professionisti, ma anche i pazienti, attraverso un attivo coinvolgimento delle associazioni di pazienti.
Coinvolgimento dei pazienti e formazione continua
Claudio Talmelli, presidente di Europa Uomo Italia, ha evidenziato l’importanza di essere curati in un’unità prostatica multidisciplinare, dove il paziente è accompagnato in ogni fase del percorso, dalla diagnosi alla riabilitazione. Questo approccio garantisce un piano terapeutico personalizzato, ottimizzando le probabilità di guarigione e preservando la qualità della vita. È fondamentale coinvolgere i pazienti nel processo decisionale, fornendo strumenti di informazione e counseling.
Il report ha delineato le azioni necessarie per realizzare un modello nazionale che garantisca una presa in carico uniforme e globale, riducendo le disuguaglianze territoriali. Tra queste, l’estensione del modello delle Breast Cancer Unit alla salute maschile, l’istituzione di una rete nazionale di Prostate Cancer Unit riconosciuta dal Ministero della Salute e la valorizzazione delle esperienze regionali virtuose. È essenziale investire nella formazione continua degli operatori sanitari e in iniziative informative rivolte alla popolazione maschile, per aumentare la consapevolezza e l’accesso ai percorsi di cura.
