Un team di ricercatori dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano ha sviluppato una nuova strategia per contrastare il cancro, in particolare le forme di tumore al seno che attualmente non hanno terapie efficaci. La scoperta, avvenuta il 4 novembre 2025 e guidata dalla dottoressa Tiziana Bonaldi, responsabile dell’Unità di Ricerca Nuclear Proteomics, si basa sull’identificazione di un profilo epigenetico che potrebbe fungere da “seconda carta d’identità genetica” per i tumori. Questo approccio innovativo è stato pubblicato sulla rivista scientifica “Nature Communications”.
La ricerca innovativa
Il team di ricerca ha messo in evidenza che le terapie mirate attualmente utilizzate si basano principalmente sul profilo mutazionale, che analizza le alterazioni permanenti nel DNA di un tumore. Tuttavia, la dottoressa Bonaldi sottolinea l’importanza di un secondo profilo, quello epigenetico, che è influenzato da fattori esterni come dieta e ambiente. Questo profilo è dinamico e può essere modificato, rendendolo un obiettivo interessante per trattamenti oncologici. Fino a poco tempo fa, non esistevano strumenti adeguati per generare un profilo epigenetico a partire da campioni clinici. Grazie alla nuova piattaforma tecnologica sviluppata all’Istituto Europeo di Oncologia, è ora possibile ottenere un profilo epigenetico completo, un passo che potrebbe rivoluzionare il trattamento di tumori difficili da curare.
Giulia Robusti, giovane ricercatrice coinvolta nello studio, ha spiegato che la scoperta è stata realizzata attraverso una stretta collaborazione tra ricercatori di base, clinici e la biobanca dell’IEO. L’analisi ha coinvolto 200 campioni clinici di tumori della mammella, portando all’individuazione di una firma epigenetica specifica per i tumori triplo negativi, una forma di cancro al seno particolarmente difficile da trattare. La ricerca ha rivelato che un aumento di un marcatore epigenetico è correlato a una risposta negativa alla chemioterapia. Grazie a questa scoperta, è stato possibile identificare un farmaco epigenetico già in uso, capace di inibire l’enzima responsabile di questo aumento. I test condotti hanno mostrato che le cellule esposte al farmaco crescono meno e diventano più sensibili alla chemioterapia.
Prospettive future
I dati raccolti indicano che il 15-20% dei tumori al seno appartiene al tipo molecolare triplo negativo, una forma di cancro che presenta significative sfide terapeutiche a causa della sua eterogeneità e della mancanza di target molecolari specifici. Roberta Noberini, co-autrice dello studio, ha evidenziato la necessità di un approccio innovativo per identificare nuovi target terapeutici, spostando l’attenzione dal profilo mutazionale a quello epigenetico. Questa nuova strategia potrebbe contribuire a comprendere meglio la plasticità del tumore e la sua capacità di adattamento, specialmente in relazione alla resistenza ai farmaci.
Alessandro Vai, dottorando che ha partecipato alla ricerca, ha dichiarato che l’obiettivo è identificare marcatori epigenetici per farmaci già esistenti, al fine di accelerare la loro applicazione clinica. Gli scienziati hanno anche sottolineato che l’approccio sviluppato potrebbe essere applicabile ad altri tipi di tumori. La dottoressa Bonaldi ha anticipato che il prossimo studio si concentrerà sul tumore dell’ovaio, noto per la sua resilienza e resistenza ai trattamenti. Inoltre, la ricerca si propone di esplorare la possibilità di rilevare la firma epigenetica nel sangue, rendendo il processo di diagnosi e monitoraggio del cancro meno invasivo e più accessibile.
